Pane azzimo: alla scoperta di tradizioni e ricette antiche

Pane azzimo: alla scoperta di tradizioni e ricette antiche

Il pane azzimo ha sempre avuto un’importanza simbolica molto forte nella cultura ebraica e poi in quella cristiana. Scopriamo perché

Il pane è uno degli alimenti alla base dell’alimentazione fin dalle origini dell’umanità. Una delle prime testimonianze certe sul consumo di pane risale al 12000 a.C.: un ritrovamento archeologico in Giordania ha dimostrato che già allora gli uomini facevano il pane, macinando i cereali con due pietre, mescolando la farina così ottenuta con acqua e cuocendo l’impasto su una pietra rovente o nella cenere calda. È questo il modo in cui il pane veniva preparato dai nostri progenitori. Poi, circa 3000 anni prima della nascita di Gesù, gli Egizi costruirono il primo forno a legna, che si apriva dall’alto, e nel 1700 a.C. i Greci ne fecero uno con lo sportello di lato, ancora più pratico. Per quanto riguarda il pane, i primi impasti erano molto semplici, privi di lievito. In realtà il pane e le focacce prodotti dagli Egizi lievitavano, per effetto della fermentazione naturale, ma loro credevano si trattasse di un miracolo! Poi ci si rese conto che la fermentazione faceva aumentare di volume l’impasto e il sapore del pane migliorava. Tuttavia, per molto tempo il pane azzimo, ovvero il pane senza lievito preparato senza fermentazione e cotto senza lievitazione, fu quello più largamente consumato.

Per noi cristiani il pane azzimo riveste ancora un’importanza simbolica fondamentale: infatti l’ostia che simboleggia il corpo di Cristo nella celebrazione dell’Eucarestia, è una cialda di pane azzimo. Vediamo perché il pane senza lievito è così importante nell’ebraismo e nel cristianesimo e scopriamo come si fa il pane azzimo in casa.

Il pane azzimo nella Pasqua ebraica

Già nella religione ebraica il pane rivestiva un valore sacro, soprattutto il pane azzimo ebreo, che veniva utilizzato per molti riti. Per gli ebrei era un ricordo dell’Esodo dall’Egitto quando, dovendo fuggire, non avevano avuto tempo di far lievitare il pane prima di cuocerlo, e dunque lo consumavano non lievitato. In ricordo della fuga il pane azzimo veniva consumato durante la Pasqua ebraica, la festa che ricorda appunto la liberazione del popolo ebraico dall’Egitto grazie a Mosè e il viaggio verso la Terra Promessa. Ancora oggi per tutta la settimana di Pasqua gli ebrei non mangiano pane lievitato. In realtà la Pasqua ebraica vera e propria, la Pesach, viene celebrata nella notte fra il 14 e il 15 del mese di Nisan (il settimo del calendario ebraico). I successivi sette giorni coincidono con quella che un tempo veniva chiamata Festa dei Pani Azzimi, un’antica festa legata al mondo contadino, che segnava l’inizio della raccolta delle spighe d’orzo. In occasione della cena di Pasqua gli ebrei apparecchiano con una tovaglia bianca, accendono i candelabri, mettono in tavola una zampa di agnello, ricordo dell’agnello sacrificale, erbe amare, un uovo sodo e verdure intinte nell’acqua salata, per ricordare le lacrime della schiavitù, e 3 pani azzimi.

calendario pasqua

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Storia e significato nella religione cristiana

Anche nel Nuovo Testamento il pane in generale e il pane azzimo in particolare, rivestono un ruolo importante. Non a caso Gesù ha voluto includere nella preghiera del Padre Nostro la supplica: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano.” Il pane azzimo entra presto a far parte delle tradizioni cristiane. Pensiamo all’episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci (GV 6,1-15). Pane come simbolo di abbondanza, e segno dell’amore di Dio, che trova la sua massima celebrazione nell’ostia consacrata, fatta di pane azzimo, come era non lievitato il pane consumato di Gesù durante l’Ultima Cena, in occasione della Pasqua ebraica.

Ostie e particole durante la celebrazione eucaristica

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Da questo momento Gesù si proclama pane Egli stesso: “Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: “Prendete e mangiate; questo è il mio corpo”” (Mt 26,20-29), ma già nelle sue parabole aveva parlato della Parola di Dio come di un seme di grano che doveva dare frutto: “Il significato della parabola è questo: Il seme è la parola di Dio” (LC 8,4-11), e del Regno di Dio come di un campo di grano, nella parabola della zizzania e del grano di senape (Mt 13,24-43).

Anche San Paolo parla del pane eucaristico come simbolo della Comunione con Cristo: “Il pane che spezziamo ci mette in comunione con il corpo di Cristo. Vi è un solo pane e quindi formiamo un solo corpo anche se siamo molti, perché tutti mangiamo quell’unico Pane.” (1Cor 10,16-17)

Il pane azzimo diventa nella cultura cristiana simbolo di autenticità e di verità, laddove il vecchio lievito è simbolo di corruzione, malizia e perversità, che si diffondono per colpa dei Farisei e dei Sadducei: “Fate attenzione e guardatevi dal lievito dei farisei e dei sadducei” (Mt 16,6-7)

Ricetta pane azzimo

Vi state chiedendo come fare il pane azzimo? È facilissimo. Nella ricetta originale ebraica il pane azzimo è fatto con farina integrale e acqua, ma si può usare anche la farina 00, quella di manitoba, quella di farro o ancora la farina senza glutine. Accendiamo il forno a 250° e mescoliamo in una terrina 135 g di acqua fredda e 300 g della farina che abbiamo scelto. Impastiamo per tre minuti cercando di fare delle ‘pieghe’ (renderanno l’impasto più elastico), e poi dividiamo in 4 parti che stenderemo col mattarello per ottenere uno spessore di 3 mm. Bucherelliamo con i rebbi di una forchetta e cuociamo in forno per 6-7 minuti.ricetta pane azzimo

Possiamo cuocere il nostro pane azzimo anche in padella e renderlo più saporito aggiungendo all’impasto sale e olio.

Il pane azzimo si conserva anche per un mese.