I miracoli di San Gerardo Maiella

I miracoli di San Gerardo Maiella

I miracoli di San Gerardo di Maiella hanno fatto conoscere nel mondo la storia umana e spirituale di questo giovane eccezionale. Scopriamo di più su questo Santo patrono della Basilicata, protettore delle donne incinte, delle mamme e dei bambini.

Gerardo Maiella nacque in una famiglia modesta di Muro Lucano, in provincia di Potenza, nel 1726. Suo padre era un sarto, e morì presto, lasciandolo con la madre, donna devota che gli trasmise la consapevolezza dell’amore di Dio per tutto il creato.

Per qualche tempo Gerardo, fanciullo, lavorò al servizio del vescovo di Lacedonia, Claudio Albini, un uomo autoritario e dispotico, che tuttavia il ragazzo seppe imparare a conoscere e apprezzare. Dello stesso Gerardo, del resto, dicevano che era un po’ eccentrico, senza arte né parte, un buono a nulla, destinato a fallire in ogni lavoro avesse voluto intraprendere.

San Gerardo e la chiamata religiosa

Fin da giovane, tuttavia, Gerardo aveva avvertito la chiamata religiosa, che lo esortava a trovare la propria strada nel mondo. Tentò inizialmente di essere ammesso nel convento dei frati cappuccini della sua città, ma la sua salute cagionevole spinse i frati a rifiutare la sua richiesta. Senza farsi scoraggiare, nel 1748 Gerardo venne a contatto con un gruppo di sacerdoti redentoristi.

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Questi sacerdoti appartenevano alla Congregazione Redentorista fondata da Sant’Alfonso Maria de’ Liguori nel 1732, occupata in opere di evangelizzazione missionaria. I sacerdoti redentoristi auspicavano il mistero della redenzione e della salvezza misericordiosa di Dio in Gesù e vivevano nell’imitazione di Gesù e dei suoi discepoli. Gerardo decise di unirsi a loro, e per farlo, fuggì di casa calandosi con un lenzuolo dalla finestra. Alla madre lasciò un biglietto: “Mamma, perdonami, vado a farmi santo.

Dopo molte insistenze, dovute sempre al timore che un certo stile di vita fosse troppo rischioso per la sua salute fragile, Gerardo riuscì a farsi accogliere nella Congregazione e il 16 luglio 1752, festa del Santissimo Redentore, pronunciò i voti solenni. Iniziò a spostarsi da un convento all’altro, come Fratello inutile, e si impegna in svariati lavori: giardiniere, sacrestano, portinaio, cuoco, addetto alla pulizia della stalla.

Dimostra ovunque uno spirito gioioso e una volontà instancabile, oltre a obbedienza, mortificazione, devozione. Dona ai poveri tutto ciò che possiede, con gioia e amore, e inizia a essere molto benvoluto ovunque. Affronta la vita con eroismo, pazienza e sopportazione, perfino quando viene accusato ingiustamente di aver intrattenuto una relazione illecita con una ragazza (sarà poi la sua stessa accusatrice a discolparlo), e anche quando la tubercolosi lo costringe a letto. Sulla porta della propria cella fece scrivere: “Qui si fa la volontà di Dio, come vuole Dio e fino a quando vuole Dio”.

Morì nel 1755, appena ventinovenne, e dopo pochi anni di vita religiosa, ma sufficienti per far sì che, nel 1893 Papa Leone XIII lo beatificasse e Papa Pio X lo santificasse nel 1904. San Gerardo Maiella divenne presto il patrono delle gestanti e dei bambini. La sua esistenza fu improntata all’obbedienza, all’umiliazione e alla fatica, alla volontà di vivere in Cristo e per Cristo, facendo ogni giorno, con gioia, la Sua volontà. Chi lo conobbe raccontò di guarigioni inspiegabili avvenute grazie a lui, e ben presto si diffuse la sua fama di taumaturgo, guaritore del corpo e dell’anima.

A Materdomini, frazione del comune di Caposele (AV), sorge il santuario di San Gerardo Maiella, dedicato anche a Maria SS. Mater Domini. Il santuario sorge in un luogo famoso per le apparizioni della Madonna, in epoca medievale. Dopo che il 16 Ottobre 1755, nel Collegio di Padri Redentoristi sorto accanto alla cappella dedicata alla Madonna, morì San Gerardo Maiella, si decise di associare il culto del Santo a quello della Mater Domini.

Il Santo viene festeggiato il 16 ottobre, giorno della sua morte.

Miracoli di San Gerardo

Fin da bambino San Gerardo amava trovare rifugio nei luoghi di culto. Uno gli era particolarmente caro, la cappella della Vergine a Capodigiano. Qui Gerardo, ancora piccolo, raccontava di ricevere ogni tanto un panino bianco dal figlio di una misteriosa bella Signora, che si staccava dalla madre per andare da lui. Una volta cresciuto il santo comprenderà che quel bambino era Gesù.

Gerardo seguitò a subire la solennità del pane liturgico e delle ostie consacrate. A otto anni tentò di ottenere la Prima Comunione, nonostante fosse ancora troppo giovane. Il sacerdote lo allontanò, ma quella notte il bambino raccontò di aver ricevuto la visita di San Michele Arcangelo, che andò da lui per offrirgli l’Eucaristia che tanto desiderava.

Un altro miracolo avvenuto quando il Santo era ancora molto giovane è quello del pagliaio in fiamme. In quel tempo Gerardo, perduto da poco il padre, lavorava come apprendista presso un sarto, Martino Pannuto, nella bottega del quale subiva continue angherie da parte degli altri apprendisti. Una notte un pagliaio si incendiò e Gerardo, che era all’interno con il figlio piccolo del suo datore di lavoro, fece il segno della croce e mormorò una preghiera. Subito le fiamme si spensero.

Nei tre anni in cui prestò servizio presso Monsignor Claudio Albini, Vescovo di Lacedonia, Gerardo subì le mortificazioni e i castighi che il severo prelato gli elargiva per ogni minima mancanza. Un giorno mentre prendeva l’acqua da un pozzo, gli caddero le chiavi della casa del padrone. Anziché disperarsi in vista del castigo che avrebbe dovuto subire, il ragazzo corse nella chiesa vicina, presa una statuetta di Gesù bambino la calò nel pozzo. Quando estrasse l’icona dal pozzo, essa stringeva in pugno le chiavi perdute.

Prima della sua fuga con i sacerdoti redentoristi, mentre lavorava come sarto, Gerardo si recava spesso a dialogare con Gesù davanti al tabernacolo. Il soprannome affettuoso con cui si rivolgeva al Salvatore era pazzerello, perché aveva scelto di restare chiuso in quello spazio angusto per amore degli uomini.

Incoraggiato dai suoi compaesani a trovarsi una donna da sposare, il giovane Gerardo saltò sulla pedana che sfilava in processione la terza domenica di Maggio, e infilò il proprio anello alla Vergine. In questo modo dimostrò di volersi consacrare a lei con voto di castità. Qualche tempo dopo, tuttavia, una ragazza, Nerea Caggiano, che lui aveva aiutato nel momento del bisogno, lo accusò di avere una relazione illecita con Nicoletta Cappucci, sedotta e abbandonata da un nobile scapestrato. Nerea accusò pubblicamente Gerardo anche presso Alfonso Maria de Liguori. Convocato dai propri superiori e invitato a scagionarsi, il giovane non aprì bocca. Subì in silenzio le accuse e la punizione, che prevedeva di non poter ricevere l’Eucaristia e di restare isolato. Gerardo fece tutto questo per restare fedele alla regola che gli imponeva di soffrire in silenzio qualsiasi mortificazione. Sconvolta dalla sua umiltà e accettazione della volontà di Dio, Nerea in seguito si convertì e lo scagionò completamente.

Gerardo era famoso anche come scrutatore di cuori, capace di trovare il bene nascosto nell’animo anche degli uomini più insospettabili, come accadde col guardiacaccia del duca di Bovino, che picchiò a morte il giovane santo, il quale subì tutte le percosse senza un lamento, per poi pentirsi tra le lacrime e seguirlo in convento per iniziare una nuova vita.

Anche un peccatore conclamato, incapace di cambiare vita e rinunciare ai piaceri della carne, venne convinto quando vide Gerardo sollevare un crocifisso che iniziò a grondare sangue, per poi trasformarsi in Gesù bambino.

I miracoli di Gerardo furono tanti e diversi. Vogliamo ricordare qui in particolare quello del fazzoletto di San Gerardo Maiella che fece sì che il Santo diventasse protettore delle donne incinte e dei bambini.

Si racconta che mentre il giovane religioso si trovava a Oliveto Citra per motivi di salute, andò a salutare la famiglia Pirofalo. Mentre usciva venne inseguito dalla più piccola delle loro figlie, che voleva restituirgli il fazzoletto che il giovane aveva scordato. Lui le sorrise e le disse di tenerlo, che un giorno le sarebbe servito.

Anni dopo quella stessa bambina, cresciuta, stava rischiando di morire di parto. Ricordando le parole di Gerardo, chiese che le portassero il fazzoletto che lui le aveva donato. Le donne che erano con lei glielo stesero sulla pancia, e subito i dolori cessarono e il bambino nacque sano. Da allora San Gerardo è invocato dalle donne incinte e il santuario di Materdomini è addobbato da innumerevoli fiocchi colorati che ricordano le gravidanze che hanno avuto buon esito grazie alla sua protezione.

Preghiera a San Gerardo Maiella

Ogni anno il 16 ottobre presso il Santuario di Materdomini si recita l’atto di affidamento delle mamme e dei bambini alla Madonna e a San Gerardo. La riportiamo di seguito, ricordando che esiste anche una novena a lui dedicata.

O Maria, Vergine e Madre di Dio, che hai scelto questo santuario per elargire grazie insieme al tuo fedele servo Gerardo Maiella, (in questa giornata dedicata alla vita,) noi ci rivolgiamo a te con fiducia e invochiamo su di noi la tua materna protezione. A te, o Maria, che hai accolto il Signore della vita affidiamo le mamme con i loro sposi perché nell’accoglienza della vita siano i primi testimoni della fede e dell’amore. A te, Gerardo, celeste patrono della vita, affidiamo tutte le mamme e in particolar modo il frutto che esse portano nel grembo, perché tu sii sempre loro vicino con la tua potente intercessione. A te, Madre attenta e premurosa del Cristo tuo Figlio affidiamo i nostri bambini perché crescano come Gesù in età, sapienza e grazia. A te, Gerardo, celeste protettore dei bambini affidiamo i nostri figli perché tu li custodisca sempre e li difenda dai pericoli del corpo e dell’anima. A te, Madre della Chiesa affidiamo le nostre famiglie con le loro gioie e i loro dolori perché ogni casa diventi piccola Chiesa domestica, dove regni la fede e la concordia. A te, Gerardo, difensore della vita, affidiamo le nostre famiglie perché con il tuo aiuto siano modello di preghiera, di amore, di laboriosità e siano sempre aperte all’accoglienza e alla solidarietà. Infine a te, Vergine Maria e a te, glorioso Gerardo, affidiamo la Chiesa e la Società Civile, il mondo del lavoro, i giovani, gli anziani e gli ammalati e quanti promuovono il vostro culto perché uniti a Cristo, Signore della vita, riscoprano il vero senso del lavoro come servizio alla vita umana, come testimonianza di carità e come annunzio dell’amore di Dio per ogni uomo. Amen.

festa della mamma
La Festa della mamma cuore del mese mariano

O glorioso san Gerardo che vedesti in ogni donna l’immagine vivente di Maria, sposa e madre di Dio, e la volesti, col tuo intenso apostolato, all’altezza della sua missione, benedici me e tutte le mamme del mondo. 

Rendici forti per mantenere unite le nostre famiglie; soccorrici nel difficile compito di educare cristianamente i figli; dona ai nostri mariti il coraggio della fede e dell’amore, affinché, sul tuo esempio e confortate dal tuo aiuto, possiamo essere strumento di Gesù per far divenire il mondo più buono e giusto. 

In particolare soccorrici nelle malattie, nel dolore e in qualsiasi bisogno; o almeno dacci la forza di accettare ogni cosa cristianamente, affinché possiamo anche noi essere immagine di Gesù crocifisso come lo fosti tu. 

Alle nostre famiglie dona la gioia, la pace e l’amore di Dio.

O Signore Gesù che sei nato dalla Vergine Maria,
– proteggi e benedici i nostri bambini.
Tu che sei stato obbediente alla tua mamma Maria,
– proteggi e benedici i nostri bambini.
Tu che hai santificato l’infanzia,
– proteggi e benedici i nostri bambini.
Tu che da bambino hai sofferto la povertà,
– proteggi e benedici i nostri bambini.
Tu che hai sofferto le persecuzioni e l’esilio,
– proteggi e benedici i nostri bambini.
Tu che hai accolto e amato i bambini,
– proteggi e benedici i nostri bambini.
Tu che nel battesimo hai dato loro una nuova vita,
– proteggi e benedici i nostri bambini.
Tu che ti doni loro in cibo nella santa Comunione,
– proteggi e benedici i nostri bambini.
Tu che hai prediletto san Gerardo sin dalla tenera età,
– proteggi e benedici i nostri bambini.
Tu che giocavi con il piccolo Gerardo, 
– proteggi e benedici i nostri bambini. 
Tu che gli portavi il bianco panino, 
– proteggi e benedici i nostri bambini.
Nelle malattie e nelle sofferenze.
– proteggi e benedici i nostri bambini. 
Nelle difficoltà e nei pericoli.
– proteggi e benedici i nostri bambini.

Preghiamo 
Signore Gesù Cristo, esaudisci le nostre preghiere per questi fanciulli, 
benedicili nel tuo amore e custodiscili con la tua continua protezione, 
perché essi possano crescere cristianamente e giungere a darti piena testimonianza
con fede libera e sincera, con fervente carità e con perseverante speranza nella venuta del tuo regno. 
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen