Il 1° gennaio è stato il giorno dedicato a Maria Vergine, la Santissima Madre di Dio.
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Si tratta di un’occasione davvero speciale e solenne, e non è un caso che essa venga celebrata così a ridosso del Natale, forse la festa religiosa più importante per tutti i cristiani. In questo giorno si celebra la duplice natura di Gesù, Dio e uomo, e la sua incarnazione miracolosa nel grembo di una donna mortale, Maria, attraverso il quale Egli è nato al mondo. Una festa dedicata a Gesù, dunque, ma in cui la vera protagonista è lei, Maria Santissima, donna umile eppure speciale, madre tra tante, eppure unica.
Maria madre di ogni uomo
La sua scelta di assecondare il piano divino, di accettare il fardello che Dio le ha offerto, per voce di Gabriele, di portare in grembo Suo Figlio, di essere Madre di Dio in Terra, è sicuramente il più alto e fulgido esempio di Amore e Devozione cristiana che si possa ricordare, testimoniato anche dalle tantissime statue della Madonna che si possono trovare in qualsiasi luogo di culto in tutto il mondo. Maria assurge al ruolo di Donna per eccellenza, modello irraggiungibile, e tuttavia di riferimento per tutte le donne, ma anche luce inestinguibile d’amore per gli uomini, per tutti coloro i quali non possono fare a meno di desiderare di avere una ‘madre’ che vegli su di loro, che li protegga e li accudisca, anche quando tutto sembra andare male.
Ha detto Papa Francesco in occasione della celebrazione della Messa della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio di quest’anno: “Il dono di ogni madre e di ogni donna è tanto prezioso per la Chiesa, che è madre e donna. E mentre l’uomo spesso astrae, afferma e impone idee, la donna, la madre, sa custodire, collegare nel cuore, vivificare”. Nessuno è più solo, nessuno è più abbandonato a sé stesso. Maria, nel suo essere Madre di Dio, è madre di ogni uomo, e nel bambino tra le sue braccia ritroviamo il nostro bisogno di poterci affidare completamente a qualcuno che ci ami in modo incondizionato e puro.
“Perché la fede non si riduca solo a idea o dottrina. Abbiamo bisogno, tutti, di un cuore di madre, che sappia custodire la tenerezza di Dio e ascoltare i palpiti dell’uomo”. Questa celebrazione è dunque un omaggio a Maria, donna umile e obbediente, madre amorevole e devota.
La Chiesa delle origini si ritrovò a dibattere lungamente riguardo l’autenticità del dogma di Maria Santissima Madre di Dio. Solo nel 431 d.C. il Concilio di Efeso riconobbe a Maria il titolo di Madre di Dio, in greco Theotokos, in latino Deipara o Dei genetrix, e fissò la data del 1° gennaio come giorno di celebrazione a lei dedicato, facendone la prima festa mariana stabilita dalla Chiesa. Il Concilio proclamò che Gesù Cristo fosse sia Dio che uomo in un’unica persona, e che le due nature, divina e umana, fossero inseparabili. Quindi, Maria venne riconosciuta a tutti gli effetti come Madre di Dio, meritevole di tutti i titoli d’onore e della santità che le viene attribuita.
Gesù stesso suggerisce come debba essere interpretata la figura di sua Madre, il suo ruolo di esempio e modello. In Lc 11,27s leggiamo: Una donna alzò la voce di mezzo alla folla e disse: “Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!”. Ma egli disse: “Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!””
Maria, figlia di Adamo, donna tra le donne, ascolta la parola di Dio e accetta di obbedire alla sua richiesta, consacrando tutta sé stessa alla Sua opera, accettando senza restrizioni e remore la Sua volontà, nella piena consapevolezza del sacrificio richiesto a lei e al frutto del suo seno.
Maria secondo il Vangelo
La terza lettura del giorno, tratta dal Vangelo di Luca, ce la mostra al fianco di Gesù bambino in occasione della venerazione dei pastori, e, successivamente, al tempio, dove il piccolo deve essere circonciso.
Luca 2,16-21: Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel Suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’Angelo prima che fosse concepito nel grembo.
“Maria custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore”: un’immagine dalla dolcezza così struggente da far tremare il cuore, il ritratto di una mamma che ha occhi e cuore solo per il proprio bambino, e per tutto ciò che Egli rappresenta. Nel Vangelo Maria non parla mai, in tutto il racconto del Natale non vi è una parola che esca dalle sue labbra. Papa Francesco ci invita a considerare l’importanza di questo silenzio: “Anche in questo la Madre è unita al Figlio: Gesù è infante, cioè senza parola, è muto. Il Dio davanti a cui si tace è un bimbo che non parla. La Sua maestà è senza parole, il Suo mistero di amore si svela nella piccolezza. Questa piccolezza silenziosa è il linguaggio della sua regalità. La Madre si associa al Figlio che custodisce nel silenzio. E il silenzio ci dice che anche noi, se vogliamo custodirci, abbiamo bisogno di silenzio”.
Un’altra lettura molto importante in questa giornata è la seconda, Galati 4,4-7: Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli. E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: «Abbà! Padre!». Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio. Questo passaggio pone l’attenzione sulla filiazione adottiva per tutti i cristiani che Gesù ha rappresentato con la sua nascita: Lui non si è limitato a venire nel mondo per liberare tutti gli uomini dal peccato, ma presentandosi come Figlio di Dio ha fatto nascere in tutti gli uomini un’intimità filiale, rendendoli tutti fratelli e figli di un unico immenso Amore.
Giornata Mondiale della Pace e Festa di Maria Santissima
Nel 1967 Papa Paolo VI istituì la Giornata Mondiale della Pace, unendone le celebrazioni alla Festa per la Maria Santissima Madre di Dio. Non è certo un caso. Maria ci fornisce un esempio d’amore impagabile, chi meglio di Lei può essere ambasciatrice di pace tra gli uomini? La prima lettura del giorno parla proprio di pace: Numeri 6,22-27: Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo: “Così benedirete gli Israeliti: direte loro: Ti benedica il Signore e Ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace” Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò. Questa bellissima lettura mostra l’immensa grazia di Dio nella preghiera di benedizione di Aronne al popolo di Israele. In un tempo colmo di incertezze e paure, ricordiamo che tutto ciò che accade a noi e nel mondo, il bene e il male, la vita e la morte, sono illuminati dal volto di Dio, e che solo confidando in lui sempre e comunque potremo trovare la pace, ma la pace deve anche essere perseguita dagli uomini, che devono preservare il mondo che Dio ha donato loro e renderlo ogni giorno migliore per i figli del domani, come segno di gratitudine e amore verso il Creatore.
Papa Francesco ha aperto l’omelia della Messa della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio di quest’anno con queste parole: “L’anno si apre nel nome della Madre di Dio”, ponendo l’attenzione sulla natura divina di Gesù, sul suo essere innanzitutto Dio, e uomo per scelta d’amore. Egli, facendosi carne attraverso Maria, sceglie di assumere su di sé il fardello dell’umanità, il peso della carne. Da quel momento “Non c’è più Dio senza uomo: Dio è vicino all’umanità come un bimbo alla madre che lo porta in grembo”.