Le invenzioni dei monaci: maggiori responsabili del progresso in Europa

Le invenzioni dei monaci: maggiori responsabili del progresso in Europa

Scopriamo come le invenzioni dei monaci hanno favorito lo sviluppo tecnologico e scientifico nell’Europa del Medioevo e il tramandarsi di un sapere antico e prezioso.

Abbiamo sentito spesso parlare del Medioevo come di un’epoca buia, nella quale il progresso tecnologico e lo sviluppo artistico avrebbero subito una pesante botta d’arresto, e in cui la barbarie diffusa avrebbe spazzato via buona parte della cultura antica, in particolare quella greca e romana.

Non è del tutto vero, e in questo articolo vogliamo soffermarci sugli infiniti meriti delle comunità monastiche in tutto il continente nella preservazione e nella diffusione della cultura, e in particolare sulle invenzioni dei monaci che hanno gettato le basi per lo sviluppo tecnologico moderno.

Non a caso un santo in particolare è stato eletto a patrono d’Europa, ed è San Benedetto da Norcia, fondatore dell’ordine Benedettino e creatore della regola ora et labora, che prevedeva per i monaci la divisione dell’esistenza tra preghiera e vita contemplativa e lavoro manuale e intellettuale, che diveniva così un modo alternativo per onorare Dio e celebrarne la grandezza. Fino ad allora chi sceglieva di diventare monaco lo faceva per abbracciare una vita ritirata e solitaria, fatta solo di preghiera, ma questa nuova regola cambiò ogni cosa. Del resto, anche Gesù lavorava come falegname, segno che il lavoro manuale è gradito a Dio.

santi patroni

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Ma prima ancora che alla regola di San Benedetto le ragioni del ruolo svolto dalle invenzioni dei monaci nel progresso dell’Europa ai suoi albori va cercato anche in altre ragioni storiche, sociali e filosofiche.

Intanto il concetto di razionalità della creazione insito nella dottrina cristiana, secondo il quale la Natura è stata creata da Dio secondo una certa razionalità, comprendendo la quale si può imparare a trarne vantaggio. Logica e ragionamento permettono all’uomo di comprendere le regole del creato e di volgerle, dove possibile, a proprio beneficio.

In secondo luogo dobbiamo pensare che la diffusione del monachesimo e la nascita dei grandi monasteri avvenne quasi in concomitanza con l’abolizione della schiavitù, pratica normalmente diffusa tra i Romani. Ora sono gli uomini liberi ad essere chiamati a lavorare la terra, girare le macine dei mulini, occuparsi di tutti quei lavori considerati degradanti, e che improvvisamente diventano degni di uomini produttivi. La mancanza di schiavi, inoltre, spingerà anche l’ingegno umano a trovare sistemi meccanici e idraulici per opere particolarmente pesanti, come il mulino ad acqua, per citarne solo uno.

monaci amanuensi

E così, mentre davvero l’Europa era funestata da guerre, razzie e carestie, nella sicurezza effimera dei monasteri i monaci lavoravano alacremente per preservare la cultura e alimentare l’economia in mille modi. Non solo ricopiando antichi testi e custodendoli nelle grandi biblioteche, come facevano i monaci amanuensi, ma anche lavorando la terra, costruendo argini, rubando appezzamenti a paludi e acquitrini per coprirli di viti, ulivi e campi, promuovendo agricoltura e allevamento del bestiame. Non a caso, secondo alcuni studiosi moderni è proprio ai monaci che dobbiamo la ricostruzione agraria e la diffusione dell’agricoltura in Europa. Lo fecero lavorando in prima persona, ma anche dando il buon esempio e spingendo altri a tornare a lavorare la terra.

Ancora, nelle erboristerie si preparavano unguenti e farmaci, e molti monasteri offrivano un servizio sanitario, seppur rudimentale, con locali adibiti ad ospedali dove veniva accolti i malati e i bisognosi.

È sorprendente pensare alla velocità con cui le nuove invenzioni e le innovazioni scoperte dai monaci in ogni campo del sapere della tecnica si diffondessero in tutti i monasteri, anche molto distanti tra loro, e questo in un’epoca in cui le comunicazioni erano lente e difficili. Anche in questo i monaci sono stati grandi pionieri!

Le invenzioni dei monaci

I monaci furono anche veri e propri inventori. In particolare i monaci cistercensi, che facevano parte dell’ordine benedettino, erano conosciuti fin dall’anno 1000 per la loro straordinaria abilità tecnologica e metallurgica.

Tra le invenzioni dei monaci medievali ci sono l’orologio ad acqua, gli occhiali, la contabilità, ma anche il formaggio Parmigiano Reggiano! In molti casi i solerti monaci si basarono su conoscenze più antiche, che avevano potuto studiare sui testi antichi custoditi nelle loro biblioteche, ma che seppero rielaborare ed approfondire per creare qualcosa di davvero nuovo, utile e prezioso per tuttala comunità.

L’invenzione dell’aratro pesante

Tra le invenzioni a cui contribuirono i monaci quella dell’aratro pesante fu particolarmente importante, perché cambiò in modo radicale l’approccio all’agricoltura. Prima gli aratri erano arnesi fragili, che non riuscivano a penetrare a fondo nella terra per rimescolarla e renderla fertile, soprattutto quando il terreno era particolarmente duro.

L’aratro pesante aveva invece il vomere, la lama che affondava nel terreno, asimmetrico, e non dritto, come accadeva prima, e ruote che permettevano di attaccarlo a buoi o cavalli, quando in precedenza era un uomo a doverlo spingere. La maggior efficacia di questo mezzo favorì un’autentica rivoluzione nel lavoro dei campi, e un significativo aumento della produttività della terra.

La Produzione della Birra

Anche nel nostro blog abbiamo parlato del merito dei monaci, in particolare i monaci trappisti, nella produzione e diffusione della birra. In realtà la birra esisteva già da migliaia di anni, ma i monaci affinarono le tecniche di lavorazione e scoprirono nuove metodologie, che presto si diffusero in tutta Europa. In un primo tempo essa era un alimento quotidiano e necessario, che rendeva possibile bere acqua altrimenti contaminata. Infatti le proprietà antisettiche del luppolo rendevano potabile l’acqua altrimenti impura e stagnante. In seguito questa produzione divenne per molti monasteri una fonte di sostentamento e un’espressione dell’artigianato dei monaci.

Pionieri anche nella produzione del vino

Anche la coltivazione della vigna e la produzione del vino divennero un’attività assai diffusa tra i monaci medievali. Il vino era indispensabile, per loro, per celebrare l’Eucarestia, e dovevano essere sicuri di poterne avere in modo indipendente, anche durante periodi in cui gli scambi commerciali al di fuori delle mura del monastero erano impossibili a causa di guerre e pestilenze. Inoltre nella vite e nel vino essi hanno sempre riconosciuto un profondo legame tra l’uomo e Dio, veicolato dal sangue di Cristo, ma anche tra cielo e terra, tanto che la vite è uno dei simboli di Gesù. “Io sono la vite, voi siete i tralci” (Gv 15,1) afferma Lui stesso, esprimendo la profondità del Suo legame con i credenti.