La Menorah: storia e significato del candelabro ebraico

La Menorah: storia e significato del candelabro ebraico

La Menorah è uno dei simboli principali del mondo ebraico. Si tratta infatti di una lampada a olio a 7 braccia. Anticamente veniva accesa nel Tempio di Gerusalemme ed era un oggetto estremamente sacro e imponente. Impariamo a conoscerla meglio.

Per i cristiani cattolici il candeliere, o candelabro è un arredo liturgico molto importante. Si trova in ogni chiesa ed è posizionato sull’altare, dove viene acceso per esprimere attraverso la sua luce la Fede e la Speranza. La luce è da sempre un simbolo molto importante per i cristiani, associato alla Resurrezione di Cristo, e ha un significato molto profondo e solenne.

Anche presso gli ebrei la luce era importante, e lo dimostra l’importanza attribuita da questo popolo alla Menorah. La parola Menorah deriva dalla stessa radice di or, cioè luce, e indica il candelabro a sette braccia simbolo della religione ebraica. In realtà, la Menorah originale era più precisamente una lampada a olio e non un candelabro, ma la differenza è sottile, in questo caso, e oggi vengono chiamati Menorah anche i candelabri a sette braccia.

Di cosa si tratta?

La Menorah era una struttura a sette braccia su cui ardevano delle lampade a olio, che viene descritta con dovizia di particolari anche in merito a forma, misure, materiale con cui doveva essere costruita nella Torah, nel libro dell’Esodo. Infatti quando Dio apparì a Mosè gli comandò, tra le altre cose, di creare un particolare oggetto, destinato a diventare il simbolo stesso della religione ebraica: “Farai una Menorah d’oro puro, il candelabro sarà lavorato a martello, il suo fusto e i suoi bracci, i suoi calici, i suoi bulbi e le sue corolle saranno tutti di un pezzo.” (Esodo 25,31)

Da sempre essa veniva associata al Tabernacolo, ovvero il santuario trasportabile, che rappresentava lo spazio in cui si manifestava la presenza di Dio in terra (Shekhinah).

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Il Tabernacolo ebraico era costruito sul modello di quello descritto da Mosè di ritorno dal monte Sinai. Originariamente era una recinzione fatta di teli e tende, al cui interno, nel cosiddetto ‘Luogo Santissimo’ era custodita l’Arca dell’Alleanza contenente le tavole dei dieci comandamenti e altri oggetti sacri.

Successivamente, da santuario itinerante, un Tabernacolo stabile venne eretto all’interno del Tempio di Gerusalemme costruito da Salomone nel X secolo a.C.

Presso il Tabernacolo del Tempio venne posta una Menorah d’oro che bruciava olio puro e consacrato di olive schiacciate. Era costruita con la forma di una comune lampada d’uso domestico, ma era molto grande, decorata con pomoli e fiori alternati. Da un’asta centrale partivano tre bracci per parte. Si dice che la struttura fosse realizzata da un unico pezzo d’oro lavorato a martello, proprio come ordinato da Dio stesso. In tutto sulla Menorah ardevano sette piccole lampade. Nei testi sacri ebraici si legge anche che presso il Tabernacolo di Gerusalemme non ardesse solo una, ma dieci candelabri a sette braccia, fatti costruire da Salomone in persona, cinque a destra e cinque a sinistra del Santuario. Le istruzioni impartite da Mosè per la fabbricazione della Menorah contenevano anche alcuni riferimenti alla botanica. Per esempio si parlava del mandorlo, il primo albero che fiorisce in primavera, simbolo quindi della rinascita della natura. Secondo gli ebrei attraverso le radici di un mandorlo si poteva entrare nella leggendaria città di Luz, dimora degli immortali.

In ogni caso, la Menorah era considerata tra i simboli della religione ebraica un oggetto così prezioso e importante che, quando saccheggiò Gerusalemme nel 70 d.C., l’imperatore Tito volle che sull’arco di trionfo a lui dedicato nel Foro romano venisse immortalato anche il furto della Menorah.

Non si sa che ne sia stato della Menorah custodita nel tempio. Una leggenda dica che in realtà quella rubata da Tito fosse un falso, e che l’originale sia tuttora nascosto da qualche parte in Israele. Comunque sia il prezioso candelabro riapparve di quando in quando nella storia, prima in mano ai Vandali, poi a Costantinopoli, finché se ne perdettero le tracce.

Oggi le ipotesi più accreditate riguardo al suo destino sono che il candelabro ebraico si trovi a Roma nascosto da qualche parte in Vaticano, in una grotta a Gerusalemme sotto la spianata del Tempio, nel Tevere, a Costantinopoli.

Ma cosa simboleggiava la Menorah ebraica?

Alcune tradizioni vedono nella Menorah la rappresentazione simbolica del roveto in fiamme all’interno del quale Mosè udì risuonare la voce di Dio sul monte Horeb.

La Menorah simboleggerebbe dunque la luce divina che si diffonde.

Per altri le 7 luci della Menorah simboleggiano i 7 giorni della Creazione dell’Universo, e che la luce centrale il sabato.

Si crede anche che le 7 luci simboleggino i 7 cieli pieni della luce di Dio, o ancora la presenza di Dio con 7 occhi che vigilano sul Tempio, o ancora il sistema planetario, il sole al centro e pianeti ai lati.

Per la Cabala la Menorah è anche il simbolo di tutto l’alfabeto ebraico. Infatti ha sette bracci con 22 ingrossamenti, come sono 22 lettere dell’alfabeto.

Gli ebrei affermavano anche che l’olio che ardeva nelle sue lucerne fosse l’immagine materiale di quello che avrebbe unto il Messia.

menorah storia

E oggi?

Oggi la Menorah è il simbolo universale della religione ebraica, e compare anche sullo stemma ufficiale dello Stato di Israele.

Nella tradizione ebraica ci sono anche altri tipi di candelabri, come per esempio il Chanukkiyah o Hanukkiah. Si tratta di un candelabro a nove bracci, sul quale vengono accese nove candele. L’accensione delle sue luci si svolge secondo un rituale antico e molto articolato, perché essa esprime la durata e la vitalità della fede giudaica.

Per questo la tradizione vuole che venga acceso un lume ogni sera, durante la festa di Hanukkah, o Chanukah, che celebra la consacrazione del nuovo altare nel Tempio di Gerusalemme dopo la liberazione della città dagli Elleni. La festa dura 8 giorni, a partire dal tramonto del 24 del mese di kislev (dicembre). In realtà, poiché il calendario ebraico è diverso da quello gregoriano, il primo giorno della Chanukah cambia ogni anno.

Nel 2019 la Chanukah inizierà al tramonto di domenica 22 dicembre e si concluderà lunedì 30 dicembre. I lumi vengono accesi allo spuntare delle stelle, tranne allo Shabbat, quando si accendono prima del tramonto. Il Chanukkiyah deve essere acceso preferibilmente in presenza di parenti e amici. La condivisione dei miracoli è un aspetto fondamentale della religione ebraica, soprattutto per la trasmissione della cultura e della fede alle nuove generazioni. Più persone partecipano al rito meglio è.

Molte persone confondono il Chanukkiyah per la Menorah. È vero che i due candelabri rappresentano la stessa cosa, ma la Menorah ha sette bracci, il Chanukkiyah nove.

Esiste anche una tradizione ebraica che prevede l’accensione di una Menorah pubblica. Fin dall’antichità, infatti, le Menorah venivano accese anche fuori dalle case o sul davanzale delle finestre, perché tutti dalla strada potessero vederle.

Oggi la Menorah pubblica è una grande Menorah che viene accesa in un luogo pubblico in occasione della già citata festa ebraica di Chanukah, la Festa delle luci. Infatti durante questa festa si celebra anche il miracolo della Menorah di Gerusalemme che, dopo aver esaurito l’olio, continuò ad ardere per ben otto giorni!

Ancora, la Menorah viene oggi utilizzata anche da altri culti e realtà, come la Massoneria, che vede nella sua accensione, svolta secondo un rituale particolare, un modo per potenziare le facoltà dei fratelli, oltre a una serie di significati simbolici.

L’accensione e lo spegnimento della Menorah e del Chanukkiyah

La candela centrale del Chanukkiyah si chiama “shamash“, che significa “custode“. Si trova al centro del candelabro, in posizione elevata rispetto agli altri lumi. La shamash si utilizza per accendere le altre candele. Durante la Chanukah ogni sera la shamash viene accesa per prima, che vengono aggiunte gradualmente, una per ogni sera della festività. La prima notte viene inserita la candela nel supporto all’estrema destra del Chanukkiyah.

Nelle sere seguenti verranno aggiunte le altre candele seguendo i supporti da destra a sinistra. Quindi la seconda sera della Chanukah bisognerà accendere la shamash, poi la candela della prima sera all’estrema destra, quindi aggiungere una seconda candela nel braccio successivo. La terza sera si riaccende la shamash, le due candele a destra e un’altra alla loro sinistra, e così via.

Le candele vanno sempre accese usando la shamash.

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Mentre accendono la shamash, gli ebrei recitano una serie di benedizioni. Queste benedizioni devono essere ripetute a ogni accensione.

La prima benedizione serve per benedire le candele e recita: “Baruch Atah Adonai Eloheinu Melech Ha’olam, asher kidshanu b’mitzvotav v’tzivanu l’hadlik ner shel Hanukkah.” (Che Tu sia benedetto, o Signore Nostro Dio, Creatore dell’Universo, che ci hai santificati con i Tuoi comandamenti e ci hai donato la luce di Chanukah).

Segue una seconda benedizione, che viene recitata ogni notte della Chanukah dopo aver benedetto le candele: “Baruch Atah Adonai Eloheinu Melech Ha’olam, she’asah nisim l’avoteinu, b’yamim haheim bazman hazeh.” (Che Tu sia benedetto, o Signore Nostro Dio, Creatore dell’Universo, che hai fatto miracoli per i nostri padri).

Solo la prima sera della Chanukah, dopo le due benedizioni viene recitata la Shehecheyanu, una formula speciale che gli ebrei recitano ogni volta che fanno qualcosa per la prima volta o celebrano un rito speciale per la prima volta: “Baruch Atah Adonai Eloheinu Melech Ha’olam, shehekheyanu, v’kiyamanu vehegianu lazman hazeh.” (Che Tu sia benedetto, o Signore Nostro Dio, Creatore dell’Universo, che ci hai tenuti in vita e portati verso questa stagione).

Una volta recitate tutte le benedizioni, si prende la shamash con la mano dominante e con essa si accendono le altre candele, da sinistra verso destra, ovvero dall’ultima inserita alla prima. Una volta accese tutte le candele del Chanukkiyah si inserisce la shamash al suo posto, al centro, e si posiziona il candelabro sula davanzale della finestra, in un punto in cui tutti possano vederlo. Infatti l’accensione del Chanukkiyah è una manifestazione del proprio orgoglio ebraico.

Per quanto riguarda lo spegnimento bisogna lasciare che le candele si spengano da sole. È importante che, dopo l’accensione, brucino per almeno 30 minuti. Quindi se si deve uscire di casa occorre aspettare almeno questo lasso di tempo, poi si possono spegnere, eventualmente, anche se la cosa migliore rimane lasciarle ardere completamente.

La Cabala descrive come dovrebbe avvenire l’accensione e lo spegnimento della Menorah. In questa tradizione, partendo dalla parte sinistra della Menorah vengono rappresentati simbolicamente i regni dell’Emanazione, della Creazione e della Formazione. La Menorah viene spenta partendo dalle luci all’estrema sinistra e all’estrema destra, spegnendo quindi i vari ‘regni’ progressivamente. Per quanto riguarda l’accensione della Menorah si accende prima la triade di luci dedicate all’Emanazione, poi quella della Creazione e infine quella della Formazione. Dunque si parte dai primi lumi a destra e a sinistra, e poi via verso l’interno. I riti ebraici venivano celebrate con l’ingresso nel Tempio, lo spegnimento della Menorah, lasciando accesa solo la lampada centrale, e solo alla fine si riaccendeva tutto.

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