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“Ex voto” è un termine latino che significa “a seguito di un voto”, o meglio, è l’abbreviazione della locuzione “ex voto suscepto”, “per promessa fatta a Dio”. Si tratta dunque di un oggetto donato a Dio, alla Madonna, a un Santo, da qualcuno che ha ricevuto una grazia.
Gli Ex voto nel Cristianesimo
L’origine degli ex voto è precedente al cristianesimo. Infatti erano già molto diffusi nelle religioni politeistiche antiche, manifestazione di una fede pagana in cui ringraziare sovente gli dei e invocare la loro benevolenza era all’ordine del giorno. Nel Cristianesimo gli ex voto hanno trovato forse la loro più alta consacrazione. Infatti gli ex-voto sono sempre stati e sono tuttora molto diffusi e rappresentano una delle forme di devozione popolare più intramontabile. È possibile vederne a migliaia, soprattutto nelle chiese e nei santuari dedicati a Maria Vergine, ma non solo. Le gallerie degli ex voto devozionali sono luoghi di grande suggestione, capaci di generare commozione ed emozione in chi li osserva. Non sono solo testimonianze di fede concretizzati in oggetti, ma esprimono il dolore, il sollievo e la speranza di chi è stato fatto oggetto della grazia e ha potuto superare un momento difficile, una sofferenza insostenibile.
Sono espressioni di immensa gioia e gratitudine, segni tangibili dell’Amore di Dio, di Gesù, della Madonna, e, in quanto tali, hanno sempre raccolto il consenso dei credenti. Inoltre, sebbene siano manifestazione di arte popolare, sono diventati in molti casi opere d’arte e oggetti da collezione, dal momento che la maestria con cui alcuni di essi sono realizzati non ha nulla da invidiare ad arredi sacri e sacre rappresentazioni.
Ma di cosa si tratta nello specifico?
Qualsiasi oggetto può diventare un ex voto, sebbene, di solito, si tratti di qualcosa che ha avuto una parte attiva nel conseguimento della grazia. Spesso si trovano tra gli ex voto stampelle o protesi, donate da persone malate che dopo aver ricevuto la grazia non ne avevano più bisogno, ma anche arnesi da lavoro, capi di abbigliamento, bouquet da sposa. In altre occasioni la donazione può essere un’opera d’arte, o un oggetto destinato al culto, come una croce, un calice, una lampada o un altro arredo sacro. In ogni caso il donatore contrassegna l’ex voto con il proprio nome, la data della grazia e altre informazioni.
Tra gli ex voto, particolari sono quelli definiti oggettuali, che raffigurano parti anatomiche. Offrire una riproduzione della parte del corpo malata o guarita miracolosamente è sempre stato considerato un modo per ottenere la protezione di Dio, o della Madonna, o del Santo a cui ci si rivolge, anche per il futuro.
Oltre a oggetti devozionali, gli ex voto oggettuali possono essere gioielli e monili. In particolare sono diffusi quelli a forma di cuore, i cosiddetti Cuori ex voto, fatti di lamina metallica e decorati con iscrizioni mariane e con le informazioni del donatore. Ne esistono anche di molto preziosi, in oro e argento, e di solito sono siglati con il monogramma di Maria e con le lettere “PGR” (Per Grazia Ricevuta).
Ci sono in alternativa gli ex voto dipinti, che rappresentano in modo figurativo e su diversi materiali (tela, legno, vetro, ceramica) la malattia o l’incidente da cui il donatore è stato salvato. Spesso sono caratterizzati dalla sigla V.F.G.A. (Votum fecit, gratiam accepit: “Voto fatto, grazia ricevuta”), e gli ex voto polimaterici, dai ricami, ai collages fotografici, anche in questo caso realizzati con tecniche e materiali svariati.
Tutta questa introduzione riguardo gli ex voto ci serve solo a spiegare un fenomeno moderno che li vede protagonisti, ovvero la realizzazione di gioielli assolutamente trendy che ripropongono lo stile e la foggia di questi particolari oggetti di devozione.
Un progetto rivoluzionario, che reinterpreta in modo moderno e attuale questi oggetti, avvalendosi delle antiche tecniche di oreficeria dello sbalzo e del cesello, ma scegliendo, in molti casi, materiali più moderni, accostamenti audaci. Pensiamo in particolare al lavoro di Alessandra Davì, orefice palermitana che si è fatta portavoce di questa rielaborazione. L’artista spoglia gli ex voto della loro simbologia religiosa, attingendo soprattutto dalla tradizione popolare che da sempre accompagna la realizzazione di questi oggetti, e riproponendola secondo le regole e le tendenze poliedriche della moda e della cultura underground.
In particolare è interessante la sua rivisitazione del Cuore Ex voto, riproposto con la sua forma canonica, ma realizzato con materiali inusuali, come la resina, che si affianca alla lamina in metallo a creare decori a forma di teschi e rose. Ma, al di là delle contaminazioni moderne, questo tipo di decori non sono affatto estranei agli ex voto originali, anzi, sono molto diffusi, soprattutto tra quelli dedicati a Santa Rosalia. Anche la smaltatura con colori vividi è indice di modernità e innovazione.
Gioielli Ex voto
La scelta del Cuore come forma dei gioielli ispirati agli ex voto è facilmente comprensibile. Il cuore è un simbolo universale, presente in tutte le culture, e associato alla vita, all’amore. È il motore che muove il corpo, e forse anche lo spirito degli uomini. In questa accezione i cuori ex voto di Alessandra Davì si possono considerare degli ex voto laici. Spogliati del loro valore religioso, non perdono tuttavia il loro potere emozionale, spirituale, proprio nel loro ricollegarsi a questo simbolo.
Anzi, forse il recupero di un’iconografia sacra anche in un contesto laico come la moda può fungere da catalizzatore di energie positive, una sorta di riconoscimento di un valore spirituale superiore, al di là della mera estetica dell’oggetto. Anche senza voler per forza attribuire un significato simbolico a un gioiello, esso può essere interpretato nei modi più svariati da chi lo indossa o lo regala, come catalizzatore di energia positiva, come porta fortuna, eccetera.
L’ex voto, nato come oggetto devozionale, può diventare in questa sua nuova interpretazione un modo per rivendicare la propria identità, la propria energia, la propria affettività.