Santi e birra: i Santi birrai e i loro miracoli

Santi e birra: i Santi birrai e i loro miracoli

Può esistere un legame tra santi e birra? Scopriamo insieme leggende e curiosità sui santi che hanno ispirato i maestri birrai nei secoli.

Può sembrare davvero strano associare santi e birra. La prima impressione è quella di voler mescolare a tutti i costi sacro e profano, in un gioco fine a se stesso, ma non è così. La religione cristiana e la produzione della birra condividono molto più di una storia millenaria, e in tutta l’Europa si possono annoverare molti santi protettori dei birrai.

Arte birraria nei monasteri

Non solo. È proprio nei monasteri medievali che la produzione della birra in Europa conosce un notevole sviluppo.

Inizialmente la produzione e il consumo di questa bevanda era legato a ragioni squisitamente pratiche, ovvero al fatto che il processo di fermentazione in un primo tempo, e successivamente l’utilizzo del luppolo, una pianta dalle proprietà antisettiche, disinfettanti e battericide, permetteva di bere acqua altrimenti insalubre. La birra divenne così indispensabile per alcune comunità di monaci, che vivevano in zone prive di acqua fresca e limpida, al punto che potevano berla anche in periodi di digiuno. La birra aveva anche il grande vantaggio di poter essere conservata a lungo.

Fu proprio nei monasteri che si cominciò a coltivare l’arte birraia, e ben presto da semplice rimedio preventivo contro le infezioni, questa bevanda iniziò a essere venduta e a portare ingenti guadagni ai monaci.

Nel tardo Medioevo la produzione della birra nei monasteri, soprattutto in Germania e Svizzera, era talmente vasta da richiedere l’emissione di leggi sulla purezza da parte dei consigli cittadini, con un ulteriore implemento nella produzione, e soprattutto con vari miglioramenti nella qualità.

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La produzione di birra nei monasteri nasce da esigenze molto pratiche e contingenti…

Tra alterne vicende la produzione della birra nei monasteri è continuata fino a giorni nostri. Alcuni monasteri traggono dal commercio della birra milioni di euro, dei quali trattengono solo una minima parte, per il sostentamento della propria comunità, mentre il resto viene devoluto in beneficenza, o utilizzato per progetti utili per il territorio.

La birra trappista

A proposito dell’arte birraria nei monasteri non possiamo non citare la birra trappista.

Essa prende il proprio nome dall’ordine dei Trappisti, monaci cistercensi riformati che nel 1664 nel monastero di La Trappe, in Francia, guidati dal loro abate Armand Jean Le Bouthillier de Rancé abbracciarono la Stretta Osservanza. In pratica, per arginare l’eccessivo rilassamento dei costumi e delle regole dell’ordine, i monaci trappisti iniziarono a seguire nuovi regolamenti molto rigidi, come la pratica del silenzio, niente ricreazione, e restrizioni alimentari, come l’eliminazione di vino e pesce. Col passare dei secoli la Stretta Osservanza iniziò a concedere maggior libertà ai monaci trappisti, e a partire dal 1800 si diffuse in molti monasteri francesi l’arte e la produzione della birra.

Oggi ci sono otto abbazie trappiste che fanno parte dell’Associazione Trappista Internazionale (ITA). Lo scopo di questa associazione è di proteggere il marchio trappista dall’uso improprio che ne hanno fatto nel tempo molte aziende, che si sono arrogate senza diritto il pregio di produrre birre trappiste. I criteri che deve rispettare la birra per essere definita trappista:

  • la produzione deve avvenire all’interno di un’abbazia trappista e deve essere effettuata da monaci trappisti o da operatori supervisionati da questi ultimi;
  • Tutti gli aspetti della produzione e della vendita del prodotto devono essere gestiti dalla comunità monastica;
  • I ricavi della vendita della birra non devono mai fornire un profitto, ma servire solo al sostentamento dei monaci e alla beneficenza.

Santi patroni della birra

Ma torniamo al legame tra birra e santi.

Ci sono santi che hanno compiuto dei miracoli che hanno a che fare con la birra, altri che sono veri e propri Santi birrai, perché hanno prodotto birra o hanno avuto un ruolo importante nella sua produzione e diffusione.

Vediamone solo alcuni, ricordando le leggende nate intorno ai loro gesti miracolosi e ancora raccontate in ogni parte d’Europa.

Cominciamo con i Santi Birrai, ovvero i Santi che parteciparono attivamente alla produzione e alla diffusione della birra.

I Santi birrai: Sant’Arnolfo di Soissons

“Dal lavoro dell’uomo e dall’amore di Dio, la birra è venuta al mondo.”
Questa frase venne pronunciata da Sant’Arnolfo, vescovo di Soissons, che visse nel XII secolo e la cui memoria viene festeggiata il 14 agosto. Con un motto del genere Sant’Arnolfo ha già vinto a mani basse tra i nostri Santi birrai!

Dopo aver vissuto per qualche anno come eremita, intorno al 1077 Arnolfo divenne abate nel monastero benedettino dell’Abbazia di San Medardo a Soissons in Francia, e successivamente venne nominato vescovo di Soissons. Tuttavia il trono vescovile gli venne portato via pochi anni dopo, e Arnolfo decise di ritirarsi dalla scena politica della chiesa di allora. Così fondò l’Abbazia di San Pietro in Oudenburg, nelle Fiandre, e qui iniziò a produrre birra, per aiutare la popolazione locale a evitare infezioni e patologie dovute ai batteri presenti nell’acqua, che col processo di fermentazione venivano eliminati. Trascorse il resto della sua vita nell’Abbazia di San Pietro a Oudenburg, dove morì nel 1087. L’iconografia classica lo raffigura con le vesti da vescovo e nella mano una pala per mescolare la birra.

I Santi birrai: Sant’Armando di Maastricht

Monaco colombaniano ed eremita prima, Vescovo e missionario poi, Sant’Armando di Maastricht visse nel VI secolo. Originario della Francia viaggiò in tutta l’Europa per portare il suo messaggio evangelico, ma anche per insegnare alla gente a produrre ottima birra. Festeggiato il 6 febbraio è patrono dei Birrai e dei mercanti di vino.

I Santi birrai: Santa Ildegarda di Bingen

Nata sul finire dell’XI secolo in Germania, Ildegarda di Bingen fu una figura di enorme influenza nella storia culturale e politica dell’Europa del tempo. Fu la quarta donna a sedere fra i Dottori della Chiesa con Santa Caterina da Siena, Santa Teresa d’Avila e Santa Teresa di Lisieux. Era una monaca benedettina nell’Abbazia di St. Rupert, ed eccelleva in tutte le branche del sapere, dalla scrittura, alla musica, dalla linguista alla filosofia. Fu consigliera politica di molti grandi del suo tempo. Si dedicò anche alla botanica, indagando sulle proprietà eccezionali del luppolo, come conservante, stabilizzante e antisettico. Fu lei a scoprire che l’aggiunta del luppolo faceva durare di più la birra e la rendeva più sana. Grazie alle sue scoperte questo ingrediente divenne una costante nella produzione della bevanda.

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Ecco invece le storie di alcuni Santi legati alla birra per miracoli da loro compiuti e altre curiosità.

Santi e birra: San Colombano

Uno dei primi santi riconosciuto come patrono dei birrai è San Colombano. Irlandese di nascita, si chiamava in realtà Colum Ban, ma visse per molto tempo in Italia dove nel 612 fondò il monastero di Bobbio. Si racconta che un giorno dissuase un gruppo di pagani dal sacrificare un tino di cervogia, in pratica una birra primitiva. Il tino esplose in mille pezzi e il Santo intimò ai pagani terrorizzati di non sprecare la birra per il diavolo, ma piuttosto di berla nel nome di Dio.

Santi e birra: Santa Brigida d’Irlanda.

Un’altra donna, Santa Brigida d’Irlanda, badessa di Kildare, è riconosciuta come patrona dei birrai. In Irlanda è la santa più amata, seconda solo a San Patrizio. La sua associazione alla birra nasce da un miracolo da lei compiuto durante una Sacra Rappresentazione. L’allestimento era quello delle Nozze di Cana, e in quell’occasione la Santa ottenne da un solo barile birra sufficiente per dissetare diciotto chiese per tutti i giorni dal Giovedì Santo alla fine del periodo pasquale.
Ecco come recita la preghiera di Brigida: “Vorrei un lago di birra per il Re dei Re. Vorrei che la famiglia celeste fosse qui a berne per l’eternità. Vorrei che ci fosse allegria nel berne. Vorrei anche Gesù qui.”

Santi e birra: San Patrizio

San Patrizio, patrono dell’Irlanda e protettore dei pazzi e degli ingegneri, non ha in realtà nulla che lo leghi alla birra, se non il consumo smodato che tutte le comunità irlandesi del mondo fanno di questa bevanda in occasione della sua festa, il 17 marzo. Vissuto tra il 385 e il 461 era di origini scozzesi, e il suo vero nome era Maewyin Succat. Il Saint Patrick’s Day è la più grande festa nazionale d’Irlanda e degli irlandesi. Viene celebrata con parate, concerti, spettacoli pirotecnici e appunto grandi bevute di birra nei pub.

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Santi e birra: Sant’Arnolfo di Metz

Oltre a Sant’Arnolfo, vescovo di Soissons, c’è un altro santo francese, sempre di nome Arnolfo, legato alla birra. Festeggiato il 18 luglio, Sant’Arnolfo di Metz visse tra il VI e il VII secolo. È considerato uno dei Santi patroni dei birrai per via di un curioso miracolo che gli venne attribuito dopo la sua morte.

Probabilmente di nobili natali, anche se le sue origini restano incerte, Sant’Arnolfo di Metz visse a corte, sposandosi e avendo diversi figli, e ciononostante a un certo punto della sua vita, venne nominato vescovo di Metz, sebbene non fosse neppure un sacerdote.

Passò l’ultima parte della sua vita un monastero vicino a Remiremont, dove morì.

Dopo la sua morte i cittadini di Metz riportarono le sue spoglie nella città di cui era stato vescovo con una solenne processione. Stanchi e assetati, sostarono presso una taverna a Champignuelles, ma scoprirono che era rimasto un solo boccale di birra. Ed ecco che per miracolo quel boccale divenne inesauribile, continuando a riempirsi ogni volta che veniva svuotato, e tutti i cittadini poterono bere a sazietà.

Santi e birra: Sant’Agostino d’Ippona

Anche l’insospettabile Sant’Agostino, padre della chiesa e dottore santo, è tra i patroni dei birrai.

Questo perché, secondo le cronache del IV e V secolo, prima della sua conversione al Cristianesimo era un gaudente, dedito soprattutto a grandi bevute di birra!