Simboli mariani: quali sono e il loro significato

Simboli mariani: quali sono e il loro significato

La rosa, la luna, ma anche la Porta del Cielo e la Torre d’avorio: simboli mariani che ci aiutano a comprendere com’è cresciuta la devozione a Maria nella storia

Parlare di simboli mariani a maggio è quasi un obbligo. Maggio è il mese mariano per eccellenza. Dedicato da sempre alla rinascita e al ciclo della vita, era deputato, già presso le antiche civiltà, alla celebrazione di culti pagani legati al rinnovamento, alla fertilità, all’amore. Pensiamo solo a Persefone, Proserpina per i Romani, che torna dagli Inferi dove ha trascorso l’inverno col marito Ade, che l’ha rapita, e col suo ritorno riporta la primavera sulla Terra.

Tutti questi riti si sono evoluti nel corso dei secoli, trasformandosi, adeguandosi alle nuove credenze, alla nuova religione. Per questo è così facile trovare in certe forme devozionali dedicate alla Madonna e nei simboli mariani riferimenti che sembrano rimandare ad antichi culti. Anche tra i titoli mariani, ovvero gli appellativi con cui viene venerata Maria, troviamo nomi derivati da attributi riferiti alla Vergine nelle Sacre Scritture, ma anche e soprattutto scaturiti dalla venerazione popolare, o da caratteristiche a lei attribuite dalla gente comune. Del resto, Maria Madre di Dio e Madre di tutti gli uomini è già di per sé un simbolo, simbolo della Madre, appunto, ma anche della mediatrice misericordiosa, ideale femminino al quale tutte le donne dovrebbero tendere, integrazione femminile di ogni uomo tramite la sua funzione materna. Così i simboli mariani non sono solo segni, ma vivono e mutano e crescono come cresce la consapevolezza degli uomini che ad essi si rivolgono.

titoli mariani

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Del resto il Cristianesimo è ricco di simboli, e molti dei simboli cattolici sono desunti da altre religioni, reinterpretati dalla nuova fede. Pensiamo alla Croce, che è divenuta simbolo dei cristiani per antonomasia, ma solo a partire dal IV secolo è documentata la venerazione di questo simbolo. I primi cristiani veneravano il monogramma di Cristo XP o il pesce stilizzato.

Tornando ai simboli religiosi mariani, essi ricorrono nella devozione, ma anche nella storia dell’arte sacra. L’iconografia della Madonna si è sviluppata nel corso dei secoli, attingendo tanto dai testi sacri, quanto dai racconti popolari, in un continuo gioco di scambi, rimandi e collegamenti, tra parole e oggetti.

Vediamo alcuni dei simboli mariani più ricorrenti, ma anche quelli più curiosi.

Lo specchio della giustizia (Speculum iustitiae)

Nelle Litanie lauretane Maria viene invocata come Speculum iustitiæ, “Specchio della Giustizia” Il significato di questo simbolo è semplice: la Madonna esprime la perfetta incarnazione dell’immagine divina, tanto da riflettere in sé, come in uno specchio, appunto, armonia, verità e bellezza che appartengono solo a Dio. Infatti la Vergine Immacolata è definita anche Speculum sine macula, “specchio senza macchia”, e Speculum pulchritudinis, “specchio sempre nitido e luminoso”. Come San Giuseppe, suo sposo, viene definito uomo “giusto” (Mt 1,19) per la sua santità e la determinazione a osservare la Legge di Dio, così la virtù della “giustizia” della Vergine è un’altra definizione della sua santità, del suo volersi conformare al Volere divino. Limpida, pura, umile, lei si è fatta superficie riflettente della luce di Dio, strumento docile per rinfrangerla in tutti i suoi colori splendenti.

Ricordiamo che le Litanie lauretane, o litanie della beata Vergine Maria, sono suppliche a Dio e soprattutto alla Madonna fatte in forma di litania, appunto, legate alla devozione nella Santa Casa di Loreto dal XVI secolo in poi.

Madonna Loreto

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La luna

La luna è sempre stato uno dei simboli ricorrenti in molte civiltà e religioni del passato. Anche la religione cattolica l’ha fatta propria, legandola alla figura di Maria Vergine, ma prima ancora essa era uno dei simboli della Bibbia e simboleggiava il popolo ebraico, popolo di Dio, che illuminava il mondo riflettendo la luce del Creatore. Sempre nella Bibbia, e in particolare nell’Apocalisse di Giovanni, la Chiesa appare come una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e una corona di dodici stelle. In realtà, la donna è Maria stessa, rivestita della gloria di Dio, “piena di grazia”, destinata a riflettere la Sua luce con la sua purezza, proprio come la luna riflette la luce del sole. In innumerevoli raffigurazioni di Maria, la vediamo con la luna ai suoi piedi, a volte calante, a simboleggiarne la purezza, a volte crescente, con la gobba rivolta verso l’alto, emblema del trionfo di Cristo sul peccato e sulla morte. In questo caso la luna come simbolo della Madonna rappresenta la morte e la mortalità.

La rosa

Un altro dei simboli mariani, nonché simbolo di maggio, mese dedicato a Maria, sono le rose. Le corone di questi fiori meravigliosi poste sulle statue della Vergine sono diventate col tempo il Rosario, una delle preghiere devozionali più diffuse e solenni.
I petali delle rose sono associati anche allo Spirito Santo, come a Roma, dove a Pentecoste li si fa cadere dall’oculus centrale del Pantheon, per ricordare le lingue di fuoco che lambirono la Madonna e gli Apostoli.

Considerata in ogni tempo la regina dei fiori, simbolo di Afrodite e, in generale, della perfezione, la rosa appare in molte opere d’arte che raffigurano Maria Vergine. Maria stessa, sempre nelle Litanie Lauretane, viene definita Rosa mistica o Rosa senza spine, lei che è nata priva del Peccato originale. Le rose associate a Maria cambiano anche significato a seconda del colore: le rose gialle ai piedi della Vergine di Lourdes, come descritte da Bernadette Soubirous, ricordano la luce di Dio, il colore della santità; a Fatima le rose bianche simboleggiano purezza; le rose rosse ricordano il sangue di Cristo.

La Torre d’Avorio

Anche la torre d’avorio, o Turris Eburnea, è simbolo di purezza e nobiltà, nella cultura ebraica prima e nella religione cristiana poi. Citata nel Cantico di Salomone (“Il tuo collo è come una torre d’avorio“) diventa appellativo di Maria nelle Litanie lauretane. La Madonna è Turris Eburnea della devozione popolare, in quanto attraverso lei passano le grazie di cui Cristo è sorgente e testa del corpo rappresentato dalla Chiesa, e Maria-torre d’avorio il collo che collega il capo alle membra.

La torre d’avorio indica anche la solitudine di Maria, la sua inviolata e inviolabile castità, preziosa e immacolata.

L’Arca dell’Alleanza

Oltre che specchio della luce di Dio e tramite tra Cristo-capo del corpo mistico e Chiesa-membra di quel corpo, la Madonna è anche l’incarnazione dell’Arca dell’Alleanza, che secondo la tradizione ebraica racchiudeva le tavole della Legge, permetteva a Mosè di parlare con Dio e rappresentava la presenza di Dio stesso. Maria, che ha accolto nel proprio grembo Gesù, si è resa nuova Arca dell’Alleanza, ricettacolo vivente della Parola, della volontà di Dio, della nuova ed eterna alleanza che Cristo rappresenta.

La porta del cielo

Un altro dei simboli mariani che paragona Maria a un passaggio la identifica con la porta del Cielo. Così la definivano gli antichi Padri della Chiesa, oltre che santuario della divinità, riposo e quiete della santa Trinità, trono di Dio, città di Dio, altare di Dio, tempio di Dio, mondo di Dio e paradiso di Dio, enfatizzando il suo ruolo di intercessione tra uomini e Dio Padre, in nome della sua umiltà, della sua abnegazione e obbedienza, che la ponevano agli antipodi rispetto a Eva. Proprio la colpa di quest’ultima aveva chiuso la porta del Cielo, e occorreva una nuova donna gentile che l’aprisse per lasciar fluire di nuovo la Grazia nel mondo.

Nella Lettera alla chiesa di Filadelfia nell’Apocalisse leggiamo: “7 “All’angelo della chiesa di Filadelfia scrivi: queste cose dice il Santo, il Verace, colui che ha la chiave di Davide, colui che apre e nessuno chiude, colui che chiude e nessuno apre: 8 ‘Io conosco le tue opere. Ecco, io ti ho posta davanti una porta aperta, che nessuno può chiudere, perché, pur avendo poca forza, hai custodito la mia parola e non hai rinnegato il mio nome.” (Apocalisse 3,7-13)
Il Cuore immacolato di Maria rappresenta questa porta, sempre aperta per chi vuole credere, per chi, come lei, sa porsi con umiltà davanti a Dio confessando tutta la propria debolezza.

La sede della Sapienza

Un altro dei titoli mariani più famosi è la Beata Vergine Maria, Sede della Sapienza. In quanto Madre di Cristo, ella ha accolto in sé tutta la Sapienza di Dio, se n’è fatta culla e scrigno, e ancora una volta tramite, poiché attraverso la Vergine possiamo cogliere la dolcezza della Parola, godere della Sapienza di Dio, che è Cristo. Maria viene anche definita Sapiente e Maestra di Verità, che sa interpretare il messaggio di Gesù suo figlio e renderlo accessibile agli uomini. S. Ambrogio la definirà anche Maria paradigma di vita, perfetta discepola di Cristo.

Il roveto ardente

Tra le icone mariane più famose c’è quella della Madre di Dio detta del Roveto ardente. Inevitabile il collegamento con Mosè che, nel III capitolo dell’Esodo, udì la voce di Dio sul monte Oreb, attraverso un cespuglio che bruciava a fuoco vivo, senza consumarsi. “Io sono Colui che sono”, disse la voce, e poi ordinò a Mosè di salvare gli ebrei dalla schiavitù. Nel miracolo del cespuglio che arde si è voluta leggere un’anticipazione della nascita di Gesù. Come il cespuglio arde senza consumarsi, così la Madonna divenne madre pur restando casta e vergine, e come il fuoco è simbolo di Dio, così Gesù, nato dal suo grembo è Dio Lui stesso.

Orthodox old icon in churches and candles

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Il vello di Gedeone

In epoca tardo medievale il vello di Gedeone divenne simbolo della concezione verginale di Maria. Secondo la tradizione biblica un angelo apparve a Gedeone, affidandogli l’incarico di liberare il popolo ebraico dalle incursioni dei popoli nomadi. Poiché il giovane era recalcitrante, Dio gli mandò due prove: incenerì un capretto e fece impregnare di rugiada un vello steso nell’aia, mentre tutt’intorno il terreno rimaneva asciutto (Giudici 6,36-40).
La Vergine, fecondata dalla rugiada divina, è stata chiamata a sostenere una missione gravosa e fondamentale per la Salvezza, e ha scelto di abbracciarla in assoluta libertà, affidandosi con fiducia e purezza alla volontà di Dio.