Registri parrocchiali: cosa sono e a cosa servono

Registri parrocchiali: cosa sono e a cosa servono

I registri parrocchiali costituiscono documenti insostituibili per ricostruire la vita religiosa, ma non solo, di una comunità. Scopriamo cosa sono, come vengono compilati e come possiamo consultarli anche noi.

Cosa sono i registri parrocchiali?

Ogni parrocchia custodisce la storia degli uomini e delle donne che la frequentano e che l’hanno frequentata. Non si tratta solo della presenza reale, fisica, che anima i suoi ambienti, nelle sale comuni, nelle aule del catechismo, e naturalmente all’interno della chiesa.

Una presenza che rimane, in qualche modo, ad aleggiare anche dopo che quelle persone non frequentano più la parrocchia, e sono venute a mancare da tempo, come sempre accade nei luoghi densi di una ricca attività spirituale.

Le parrocchie mantengono traccia del passaggio nel mondo dei parrocchiani, della loro vicenda umana e cristiana, dei loro rapporti, grazie ai registri parrocchiali.

Di cosa si tratta? È presto detto. I registri parrocchiali sono dei libri sui quali il parroco, o chi per lui, registra tutto ciò che avviene all’interno della parrocchia. In particolare, i registri parrocchiali riportano le nascite, grazie alla registrazione dei Battesimi, le morti dei parrocchiani, tramite la segnalazione dei funerali, i matrimoni, le comunioni, le cresime, e in generale l’amministrazione dei sacramenti.

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L’obbligo di compilare e custodire questi speciali libri deriva addirittura dal Concilio di Trento (1545-1563).

In realtà, sebbene la chiesa abbia iniziato a esigere un controllo sui registri parrocchiali a partire dal Concilio, molte parrocchie li compilavano già dal 1300, come dimostrano i registri ecclesiastici ritrovati per esempio a Palermo, le cui annotazioni iniziano nel 1350, o quelli custoditi nel Battistero di Firenze, risalenti al 1340.

Nel 1563 si concluse il Concilio di Trento, nell’ambito del quale si stabilì non solo che i parrochi avrebbero dovuto annotare su diversi registri destinati a quel particolare utilizzo battesimi, matrimoni e, in un secondo tempo, anche le morti dei loro parrocchiani. In aggiunta, compito dei sacerdoti sarebbe stato quello di tenere nota dello ‘stato delle anime’ delle persone loro affidate.

Dal 1614 anche la redazione del cosiddetto Stato delle anime, sul quale torneremo tra poco, diventa obbligatoria.

In alcune zone del Trentino Alto Adige i primi registri parrocchiali stampati compaiono già all’inizio del 1800. Ma essi saranno ovunque compilati per lo più a mano fino al XX secolo.

Sempre nel 1900 inizia a diffondersi l’abitudine di stilare dei duplicati, per cercare di preservare soprattutto i registri più antichi, dal deterioramento.

Il Codice di diritto canonico riguardo ai registri parrocchiali riporta quanto segue:

Can. 535 – §1. In ogni parrocchia vi siano i libri parrocchiali, cioè il libro dei battezzati, dei matrimoni, dei defunti ed eventualmente altri libri secondo le disposizioni date dalla conferenza dei Vescovi o dal Vescovo diocesano; il parroco provveda che tali libri siano redatti accuratamente e diligentemente conservati.
§2. Nel libro dei battezzati si annoti anche la confermazione e tutto ciò che riguarda lo stato canonico dei fedeli, in rapporto al matrimonio, salvo il disposto del can. 1133, all’adozione, come pure in rapporto all’ordine sacro, alla professione perpetua emessa in un istituto religioso e al cambiamento del rito; tali annotazioni vengano sempre riportate nei certificati di battesimo.
§3. Ogni parrocchia abbia il proprio sigillo; gli attestati emessi sullo stato canonico dei fedeli, come pure tutti gli atti che possono avere rilevanza giuridica, siano sottoscritti dal parroco o da un suo delegato e muniti del sigillo parrocchiale.
§4. In ogni parrocchia vi sia il tabularium o archivio, in cui vengano custoditi i libri parrocchiali, insieme con le lettere dei Vescovi e gli altri documenti che si devono conservare per la loro necessità o utilità; tali libri e documenti devono essere controllati dal Vescovo diocesano o dal suo delegato durante la visita o in altro tempo opportuno e il parroco faccia attenzione che essi non vadano in mano ad estranei.
§5. Anche i libri parrocchiali più antichi vengano custoditi diligentemente, secondo le disposizioni del diritto particolare.

Come inserire un evento nei registri parrocchiali

Com’è immaginabile le annotazioni sui registri parrocchiali devono essere eseguite secondo regole precise, imposte dal rito romano. È fondamentale che ogni annotazione sia completa di:

  • luogo
  • data
  • evento riportato
  • nome dell’officiante
  • nome del diretto interessato
  • eventuali testimoni

Spesso, soprattutto nei registri più datati, la persona protagonista dell’atto registrato è segnalata non solo col proprio nome, ma anche con riferimenti a parenti e ad altri partecipanti alla vita della parrocchia. Inoltre spesso la persona veniva indicata con nomi diversi, magari usando un nomignolo abituale, o la traslitterazione del nome in dialetto.

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Se esaminiamo i vecchi registri parrocchiali vedremo che essi venivano compilato a mano, e che esisteva un libro diverso per i battesimi, i matrimoni e i funerali.

Il registro ecclesiastico denominato “Stato delle anime” or status animarum merita un discorso a parte. Come abbiamo accennato esso divenne obbligatorio solo dopo il Rituale Romanum del 1614. Su di esso andavano riportati i dati anagrafici dei parrocchiani, i sacramenti da loro ricevuti, ma anche informazioni relative al mestiere che svolgevano e a ciò che possedevano, in quanto questo registro serviva anche per calcolare la cosiddetta decima, la ‘tassa’ da versare alla chiesa.

La lingua di redazione era solitamente il latino, soprattutto per quanto riguardava le formule di rito, ma anche la lingua comune parlata dal popolo, perfino con influenze dovute al dialetto locale. Particolarmente interessanti per gli studiosi di storie le note che spesso i parroci segnavano a bordo pagina, per registrare avvenimenti significativi, come cataclismi, carestie, battaglie.

Ma a cosa servono i registri parrocchiali

L’interesse religioso, ma anche e soprattutto storico, di questi registri apparirà ancora più evidente se consideriamo che, prima del 1867, non c’era alcun registro delle nascite presso l’anagrafe comunale. Dunque solo i registri parrocchiali ci permettono di ricostruire quella che può essere stata l’evoluzione demografica di una particolare zona, ma anche di scoprire di più sulle persone che vi hanno vissuto, sulle loro storie, la loro vita, la loro morte. Il fatto che i registri, per ogni avvenimento, non riportino solo il nome del diretto interessato, ma anche quelli di parenti e testimoni, può consentire di ricostruire una linea genealogica che si dipana di registro in registro, di parrocchia in parrocchia.

Per quanto riguarda la possibilità di consultare registri parrocchiali, magari per cercare informazioni sui propri antenati o per effettuare studi, ancora oggi i registri ecclesiastici vengono custoditi presso la parrocchia di residenza di chi vi è riportato. Dunque basta conoscere il luogo di origine della persona su cui stiamo effettuando ricerche e sperare che i registri non siano andati perduti a causa di incendi, crolli, guerre.

In alternativa si può effettuare una ricerca presso i centri di raccolta dati dedicati alla Storia Familiare, diffusi in tutto il mondo, che custodiscono anche i registri di molte parrocchie italiane. Ancora, si può effettuare una ricerca negli Archivi diocesani.

Come consultare i registri parrocchiali online?

Oggi le moderne tecnologie ci consentono di velocizzare molto le nostre ricerche sui registi parrocchiali. Infatti la consultazione registri parrocchiali on line è già una realtà in Italia. E quando non è possibile accedere direttamente ai suddetti dati con un clic, è tuttavia possibile trovare siti specializzati nell’indicizzazione dei registri, che possono orientarci agevolmente sulla parrocchia o la diocesi in cui andare a cercare quello che ci interessa. L’opera di digitalizzazione registri parrocchiali in atto nel nostro paese è naturalmente lenta, ma indispensabile per preservare documenti preziosi, inestimabili, che altrimenti sarebbero destinati ad andare perduti a causa del deterioramento. Grazie a fotografie e scansioni, operate con la massima cura in ambienti che garantiscono la tutela dei delicati documenti, è possibile creare archivi digitali in ogni parrocchia, in ogni diocesi. Inoltre, rendere i dati dei registri parrocchiali consultabili on line costituisce la creazione di un tesoro di conoscenza ed esperienza per tutti. Più si va avanti, più emerge il desiderio, perfino il bisogno, di guardare indietro e capire il passato.