Le Benedizioni Pasquali alle Famiglie

Le Benedizioni Pasquali alle Famiglie

La Benedizione in tempo di Quaresima e Pasqua è una tradizione molto antica e rappresenta uno dei momenti più importanti dell’anno liturgico, non solo per i fedeli che la ricevono, ma anche per i sacerdoti che la impartiscono. Scopriamo il perché.

Abbiamo parlato in precedenti articoli dell’importanza della benedizione, ovvero dell’insieme di gesti e parole con cui un sacerdote, o chi ne fa le veci, benedice, ovvero invoca la protezione di Dio su una o più persone, ma anche su cose e luoghi.

La benedizione è dunque un modo per indirizzare su qualcuno o su qualcosa il favore di Dio, la Sua benevolenza, la concessione di una grazia. Quando il sacerdote invoca la benedizione del Signore su una casa dice, per esempio: “La benedizione di Dio scenda su questa casa.”

Si tratta dunque di un rito liturgico che, da un lato, mira a ottenere un qualche beneficio per chi viene benedetto, e dall’altro, più in generale, consacra a Dio la persona, o anche l’oggetto, il luogo, che la riceve.

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Solitamente il rito prevede che il sacerdote si faccia il Segno di Croce e poi asperga chi deve ricevere la benedizione usando acqua benedetta. L’aspersione con l’acqua benedetta rimanda naturalmente al Battesimo, alla rinascita che Dio ci ha concesso liberandoci dal peccato originale.

A seconda delle occasioni la benedizione è accompagnata anche da formule e preghiere particolari.

Le benedizioni (di persone, della mensa, di oggetti, di luoghi) altro non sono che sacramentali, ovvero segni sacri attraverso i quali vengono ottenuti effetti e doni spirituali e vengono santificate le varie circostanze. La benedizione stessa è una preghiera, una lode a Dio, in quanto da Lui viene e a Lui ritorna, in un ciclo d’amore continuo. Non a caso il sacerdote impartisce la benedizione invocando il nome di Gesù. Benedicendo Dio, di conseguenza si benedice chi Lui ama, ciò che deve essere protetto e posto sotto la Sua egida.

Può capitare dunque di imbattersi in benedizioni che coinvolgono non solo le persone, ma anche oggetti, luoghi, la campagna, gli animali, perfino strumenti di lavoro. Questo perché tutto ciò che riguarda la vita e il sostentamento dell’uomo merita l’amore di Dio e necessità della Sua benevolenza e protezione.

Esistono poi benedizioni speciali, solenni, come la benedizione apostolica, impartita dal Papa in persona, come per esempio la famosa benedizione apostolica urbi et orbi, rivolta dal Sommo Pontefice al mondo intero in determinate occasioni, o la benedizione papale, impartita da vescovi o sacerdoti in nome del Papa.
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Benedizione alle case e alle famiglie

Appartengono alla tradizione cristiana anche le benedizioni delle famiglie e le benedizioni delle case. Solitamente hanno luogo in determinati periodi dell’anno liturgico, di solito in concomitanza, o in preparazione delle festività più solenni. Ma può accadere che si avverta la necessità di invocare una benedizione sulla propria casa o sulla propria famiglia anche in altri momenti. È un modo per rinforzare la fede e la spiritualità delle persone, ma anche del luogo in cui esse vivono, invocando la forza e l’aiuto di Gesù, che ha vinto la morte ed è risorto, sbaragliando ogni male.

Di fronte a una tragedia, a una perdita, o solo in un momento difficile, che coinvolge più membri del nucleo famigliare, richiedere una benedizione al proprio parroco può infondere nuova energia per affrontare le avversità. Benedire la casa ha anche il potere di limitare l’azione del maligno su di essa e su chi vi abita. Naturalmente non dobbiamo considerare la benedizione una specie di formula magica che allontana tutti i mali da noi e da chi amiamo.

È la nostra fede, il modo in cui conduciamo la nostra esistenza in comune che allontana il male. Le persone che vivono in una casa devono mantenersi unite tra loro e fedeli al Signore, alla Madonna, ai Santi. Solo così la benedizione avrà davvero l’effetto sperato.

Un discorso a parte meritano le case abitate da giovani sposi. Il sacramento del Matrimonio li rende in qualche modo capaci di benedire la propria casa. Cristo risorto è loro vicino e opera attraverso di loro. Come incarnazione dell’amore di Gesù per la Chiesa, gli sposi acquisiscono la facoltà di benedire la casa, il cibo e i propri figli. A tal proposito, nell’articolo dedicato ai rami di ulivo benedetto, avevamo accennato a come il capofamiglia possa benedire la mensa della festa, e, più in generale, la casa e chi vi abita, aspergendo tutti con il ramoscello di olivo ricevuto in occasione della Domenica delle Palme intinto nell’acqua benedetta. Anche chi è rimasto vedovo può farlo, perché ancora compreso nella grazia del sacramento del Matrimonio.

Benedizioni pasquali nelle famiglie

L’usanza di benedire le case e le famiglie durante il periodo di Quaresima e di Pasqua è molto antica. Già il Concilio di Trento rivendicava quanto la benedizione pasquale fosse importante per rafforzare i legami all’interno della comunità cristiana. Se cinquecento anni fa questa attenzione particolare aveva come fine soprattutto quello di scongiurare le cattive influenze delle eresie, al giorno d’oggi rimane un momento di comunione e dialogo tra i fedeli e i sacerdoti che si recano nelle case per impartire la benedizione pasquale.

Il sacerdote entra dunque nelle case, in occasione della Pasqua, ma anche la presenza di coloro che vi abitano è fondamentale. È come se Gesù stesso si recasse in visita, portando la gioia e la pace: è giusto che venga accolto da chi vive in quella casa con altrettanto amore e con la gioia che una visita così importante richiede!

Quando il sacerdote entra nella casa saluta i presenti con la formula: “Pace a questa casa e ai suoi abitanti.” È un messaggio di pace, dunque, quello che la Chiesa porta nelle case in occasione della benedizione pasquale. Ma la benedizione pasquale richiama anche alla necessità di riconosce l’importanza della famiglia in sé, unita e consolidata nel Signore. Per questo il sacerdote provvede a leggere o recitare brevi passi del Vangelo, coinvolgendo i membri della famiglia in un momento di preghiera e meditazione. Un momento importante, dunque, per la vita delle famiglie e della comunità tutta. La benedizione pasquale permette di consolidare i rapporti tra Chiesa e famiglie, mantenendo vivo e aperto un dialogo che troppo spesso viene dimenticato, nella frenesia della vita moderna. Ma è davvero importante concedersi questo momento di comunione, meditazione e rinnovamento spirituale.

L’aspersione dell’acqua benedetta su di noi e sulla nostra casa ci permette di ricordare quanto prezioso e forte sia il dono che ci è stato fatto, e ci fa sentire ancora una volta parte integrante di qualcosa di grande e forte, invincibile: la Chiesa.

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