Discernimento spirituale: cos’è e come si pratica

Discernimento spirituale: cos’è e come si pratica

Il discernimento spirituale è un dono di Dio che ci aiuta nella conoscenza di noi stessi e della vita, e lo Spirito Santo è la nostra guida

Il termine discernimento ha un significato molto ampio, e anche nell’ambito della spiritualità cristiano cattolica esso può assumere significati diversi a seconda del contesto. In generale parliamo di discernimento spirituale per intendere quel prezioso processo di conoscenza che ci permette di orientarci nel cammino dell’esistenza, di valutare la realtà intorno a noi e gli avvenimenti che accadono alla luce della fede. Si tratta di un dono che ci viene elargito da Dio stesso tramite lo Spirito Santo, e che ci rende più consapevoli della Sua presenza nella nostra vita, più portati ad ascoltare la Sua voce per scoprire le ragioni del nostro esistere.

In questa accezione il discernimento diventa discernimento vocazionale, un processo di esplorazione e scoperta personale finalizzato a comprendere la propria chiamata, il proprio scopo nella vita. Ma non dobbiamo credere che il discernimento vocazionale riguardi solo gli aspiranti sacerdoti. Sebbene spesso associato alla scelta di una vocazione religiosa, il discernimento vocazionale può applicarsi a qualsiasi sfera della vita, come la carriera, il servizio pubblico o persino le relazioni interpersonali.

È importante sottolineare che il discernimento spirituale non è un processo una tantum, ma un cammino continuo di crescita spirituale.

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Vocazione sacerdotale e discernimento

Come si capisce se il richiamo che si sente nell’anima è un richiamo che ci porta a Dio? È proprio il discernimento a venirci in aiuto, questo ascolto profondo e intimo che ci mette in contatto con la nostra spiritualità e con il Signore, aiutandoci a comprendere in che modo possiamo dedicargli la nostra vita, se seguitando a vivere tra gli uomini rendendo il mondo un posto migliore ogni giorno, o abbracciando la vocazione sacerdotale e divenendo a tutti gli effetti strumenti della Sua volontà.

Il percorso del discernimento vocazionale è un viaggio affascinante che inizia con l’insinuarsi di pensieri che ci spingono a esplorare il significato più profondo della nostra vita. Questi pensieri, se guidati dal Signore, ci porteranno a scoprire la nostra autentica chiamata. Il cammino vocazionale richiede pazienza e attenzione e si svolge secondo diverse tappe che corrispondono a ulteriori prese di consapevolezza. Nel frattempo, è importante rimanere aperti e accoglienti verso ciò che la vita ci offre, sapendo che alcuni pensieri sono solo temporanei e svaniranno col tempo. La ricerca della propria chiamata richiede tempo, ma alla fine ci condurrà a nuovi orizzonti e a una profonda realizzazione personale.

Nel cammino della vocazione sacerdotale il discernimento vocazionale riveste un ruolo fondamentale. La formazione spirituale e intellettuale, la partecipazione alla Messa, la frequentazione dei sacramenti e le letture e gli studi di teologia, filosofia e altre discipline pertinenti sono solo alcuni degli aspetti da considerare nel cammino verso il sacerdozio. Sarà altresì importante l’accompagnamento spirituale da parte di una guida, un direttore spirituale o un sacerdote, un mentore esperto che possa offrire consigli, orientamento e sostegno durante il cammino di discernimento e aiutare il candidato sacerdote a riflettere sulle proprie esperienze, a discernere i segni di Dio nella propria vita e a valutare l’idoneità al sacerdozio.

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Un altro aspetto importante del discernimento vocazionale è l’esperienza pastorale all’interno della comunità di fede. I candidati sacerdoti sono incoraggiati a partecipare attivamente alla vita della parrocchia, ad assumere responsabilità pastorali e a servire gli altri. Questo offre loro l’opportunità di mettere alla prova le loro inclinazioni e di sviluppare le competenze necessarie per il ministero sacerdotale.

Solo dopo queste esperienze e un adeguato periodo di discernimento approfondito, il candidato che ha sentito in modo chiaro e costante la chiamata di Dio alla vocazione al sacerdozio prende la decisione di entrare in seminario. Durante il periodo nel seminario, il discernimento continuerà con l’accompagnamento del rettore e degli altri formatori.

Lo Spirito Santo e il dono del discernimento

Lo Spirito Santo è considerato il principale protagonista del discernimento nella tradizione cristiana. Egli è il dono di Dio alla Chiesa e opera nella vita dei credenti per guidarli nella comprensione della volontà divina e nell’assunzione di decisioni sagge e giuste. Il discernimento non è un processo solo intellettuale o razionale, ma coinvolge l’intera persona in una dinamica spirituale, esigendo l’apertura del cuore e la disponibilità ad ascoltare la voce di Dio attraverso lo Spirito Santo. È proprio quest’ultimo che illumina la mente, apre gli occhi del cuore e conferisce una profonda intuizione spirituale. Nella Bibbia, lo Spirito Santo viene presentato come il Consolatore, il Consigliere e l’Insegnante che assiste i credenti nella comprensione della verità e nella presa di decisioni giuste. Attraverso la presenza dello Spirito Santo, i credenti possono discernere tra il bene e il male, tra la volontà di Dio e le vie del mondo.

Il discernimento è strettamente collegato ai doni dello Spirito Santo, ovvero quelle qualità e abilità spirituali, quelle “disposizioni permanenti che rendono l’uomo docile a seguire le mozioni dello Spirito Santo”, perché agisca nel bene. Tra i doni dello Spirito Santo che sono particolarmente rilevanti nel contesto del discernimento, possiamo individuare il dono della saggezza, che permette di discernere e valutare le situazioni con uno sguardo spirituale, vedendo le cose secondo la prospettiva di Dio; il dono della conoscenza, che aiuta a comprendere profondamente la verità rivelata da Dio e a discernere la sua volontà; il dono del consiglio, che agisce sull’intelligenza dell’uomo illuminandolo nelle scelte morali.

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C’è poi il discernimento degli spiriti, un altro dono dello Spirito Santo che permette di riconoscere e distinguere le diverse influenze spirituali presenti nelle situazioni e nelle persone, aiuta a distinguere tra ciò che proviene da Dio, ciò che è umano e ciò che è di origine maligna.

Secondo la dottrina cattolica, il discernimento è un processo che coinvolge tutti i fedeli, ma i vescovi rivestono un ruolo particolare come custodi e guide della comunità ecclesiale. I vescovi sono considerati successori degli Apostoli e hanno ricevuto l’autorità e la grazia di governare, insegnare e santificare il popolo di Dio.

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I vescovi, in virtù della loro consacrazione episcopale e della loro comunione con il Papa, sono considerati i principali responsabili del discernimento della volontà di Dio per la Chiesa e per i fedeli. Essi hanno il compito di insegnare la dottrina e la morale cattolica, di amministrare i sacramenti e di guidare la comunità nella crescita spirituale. In una parola, sono i custodi investiti dallo Spirito Santo del compito e delle capacità per guidare il gregge, in virtù del discernimento spirituale e pastorale indispensabile per raggiungere la conoscenza e la realizzazione della volontà di Dio, nella quale risiede ogni pienezza.
Il discernimento vocazionale nasce nel cuore e nella mente del vescovo, attraverso la sua profonda vita di preghiera che caratterizza il suo intimo rapporto con Dio e lo rende saldo nelle proprie scelte e comportamenti, sia a livello personale che ecclesiale. Nel silenzio della preghiera il Vescovo impara a riconoscere la voce di Dio, accedendo a una verità superiore, ispirata dallo Spirito Santo.