Teocrazia: governare un paese in nome di Dio - Holyblog

Teocrazia: governare un paese in nome di Dio

Teocrazia: governare un paese in nome di Dio

In una teocrazia, l’autorità religiosa e quella politica sono strettamente intrecciate, e il governo è spesso legittimato come un mandato divino. Ecco quali sono le teocrazie nel mondo moderno

Un re dichiara che il suo potere gli deriva direttamente da Dio. Una casta di sacerdoti invoca la volontà divina dietro a ogni decisione, regola, legge imposta agli abitanti di una regione. Sembrano i presupposti per un romanzo fantasy, ma non è così. Sono esempi di teocrazia, una forma di governo in cui uomini che si proclamano investiti da Dio o suoi rappresentanti in terra esercitano il potere politico. Anticamente era molto diffusa, basta pensare alle antiche civiltà, come l’Egitto dei faraoni, dove i governanti erano considerati divinità viventi o rappresentanti diretti degli dèi. Questa credenza legittimava tanto il loro potere religioso che quello politico. Anche in Mesopotamia i re erano visti come mediatori tra gli dèi e l’umanità.

Ma ha ancora senso parlare di teocrazia oggi? Di primo acchito sembra una forma di governo desueta, legata a un passato remoto. Invece la teocrazia esiste ancora oggi, anche se in un’accezione diversa rispetto al passato. Ci sono diversi stati moderni in cui la religione gioca un ruolo dominante nella struttura di governo, o dove l’autorità politica è giustificata dalla fede religiosa. Nelle teocrazie contemporanee, il potere religioso è spesso affiancato da meccanismi moderni di governance, come elezioni o istituzioni civili, per questo la distinzione tra teocrazia e stati laici è più sfumata rispetto al passato.
Stati come l’Iran e il Vaticano sono esempi attuali di teocrazie. In Iran, la Guida Suprema ha il controllo politico basato sulla legge islamica, mentre la Città del Vaticano è governata dal Papa, che esercita sia potere religioso che politico.
Anche in paesi che non sono formalmente teocrazie, la religione continua a influenzare fortemente la politica. Ad esempio, in Arabia Saudita, la legge islamica (Sharia) è la base del sistema giuridico. Inoltre, ci sono paesi come Israele e alcuni stati indiani dove la religione ha un’influenza significativa sul sistema legale e sociale.

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La teocrazia continua a essere un tema di discussione importante. La tensione tra legge religiosa e laica è presente in molte società, specialmente nei paesi a maggioranza religiosa, dove alcune comunità cercano di far valere i principi religiosi nel contesto legislativo.

Dove nasce la teocrazia?

Il termine teocrazia fu coniato per la prima volta dallo storico ebreo Flavio Giuseppe nel I secolo d.C., per descrivere il sistema di governo del popolo ebraico sotto la guida delle leggi divine date da Dio a Mosè. L’antico Israele è spesso citato come uno degli esempi storici di teocrazia, in quanto il governo del popolo era diretto da giudici e sacerdoti che seguivano la legge mosaica (Torah), considerata legge divina e il governo era esercitato secondo i precetti religiosi.

La teocrazia nasce nelle antiche civiltà, dove la religione e il potere politico erano strettamente intrecciati. Le prime forme di teocrazia si svilupparono in società in cui i governanti erano considerati rappresentanti o incarnazioni delle divinità, e le leggi erano viste come espressioni della volontà divina. In questi contesti, la teocrazia nasceva come risposta alla necessità di legittimare il potere attraverso la religione, che era centrale nella vita sociale e culturale di queste società antiche.

Nell’Antico Egitto i faraoni erano considerati dei viventi, associati al dio Horus durante la loro vita e a Osiride dopo la morte. Questo status divino conferiva loro autorità assoluta, sia politica che religiosa. Le leggi e le decisioni di governo erano quindi viste come volontà divina.
In Mesopotamia, in città-stato come Ur e Babilonia, i re erano ritenuti intermediari tra gli dèi e gli uomini. La legge di Hammurabi, uno dei primi codici legali scritti, dichiarava che il sovrano governava per volere degli dèi.
In Sud America, i governanti inca e maya erano considerati figure divine o strettamente legate al potere degli dèi, e governavano secondo principi religiosi.

Che cos’è la teocrazia

La teocrazia è una forma di governo in cui il potere politico è esercitato da rappresentanti religiosi in nome di Dio. Il termine deriva dal greco antico, dove “theos” significa Dio e “kratos” significa potere o governo. In una teocrazia, le leggi e le decisioni politiche sono considerate come ispirate o dirette dalla volontà di una divinità, e i leader del governo agiscono in nome di Dio.
Nella teocrazia, non esiste una netta separazione tra stato e religione; al contrario, il governo e la fede sono strettamente intrecciati, con le leggi civili che derivano direttamente dai precetti religiosi.

Cosa significa teocrazia pontificia?

La teocrazia pontificia si riferisce a un sistema di governo in cui il potere politico e religioso è concentrato nelle mani del Papa e delle istituzioni ecclesiastiche della Chiesa cattolica. In questo tipo di governo, il Papa non è solo il capo spirituale, ma anche il leader politico e governativo. La teocrazia pontificia è stata rivendicata a più riprese da diversi pontefici nel corso della storia.
Questi papi volevano essere riconosciuti non solo come guide della Chiesa cattolica, ma come governanti di stati e territori, come accadeva con lo Stato Pontificio.
Queste rivendicazioni derivavano dalla legittimità del potere del Papa, basata sulla convinzione che egli sia il vicario di Cristo sulla Terra, il rappresentante diretto di Dio, e quindi il suo potere non è solo politico, ma anche spirituale e teologico.

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Fino alla presa di Roma nel 1870, i Papi governavano direttamente su territori noti come Stato Pontificio, un’entità politica che comprendeva gran parte dell’Italia centrale. Questo è stato il più noto esempio di teocrazia pontificia, in cui il Papa esercitava potere temporale su territori laici.
La teocrazia pontificia terminò ufficialmente con la presa di Roma, durante il processo di unificazione italiana. Il Papa perse il controllo temporale sui territori dello Stato Pontificio e si ritirò nella Città del Vaticano, che rimase indipendente solo dopo i Patti Lateranensi del 1929. Da quel momento in poi, il Papa mantenne il ruolo di leader spirituale del mondo cattolico, ma non esercitava più il potere politico su territori estesi come durante la teocrazia pontificia.

Quali Papi affermano la teocrazia?

Nel corso della storia, diversi papi hanno affermato l’idea della teocrazia, sostenendo che il potere spirituale della Chiesa dovesse avere influenza o controllo sul potere politico e secolare. Questi papi hanno affermato la teocrazia in modi diversi, cercando di stabilire o rafforzare il primato del potere spirituale su quello temporale. La loro azione rifletteva la convinzione che la Chiesa, e in particolare il papa, dovesse guidare non solo la fede, ma anche le nazioni cristiane.

Papa Gelasio I è famoso per aver formulato la dottrina delle due spade, in cui separava il potere spirituale dal potere temporale, ma affermava la superiorità dell’autorità spirituale. Secondo Gelasio, mentre l’imperatore aveva il potere temporale, era il papa a detenere l’autorità spirituale suprema, dato che l’anima era più importante del corpo.

Papa Gregorio VII è un esempio fondamentale del papato teocratico. Con la Riforma Gregoriana e la lotta per le investiture, Gregorio VII affermò il diritto del papa di deporre imperatori e re, sostenendo che l’autorità papale, in quanto espressione della volontà divina, doveva essere superiore a qualsiasi potere secolare. Il suo decreto del Dictatus Papae del 1075 è una delle più forti affermazioni del potere papale sopra le autorità civili.

Papa Innocenzo III è forse il più celebre esempio di un papa che affermò la teocrazia. Egli sosteneva che il papa, in quanto vicario di Cristo, aveva il potere supremo su tutti i sovrani cristiani e che il potere temporale doveva essere subordinato a quello spirituale. Innocenzo esercitò un’influenza diretta sugli affari politici d’Europa, interferendo nelle questioni di successione e controllando i regni vassalli come l’Inghilterra.

Bonifacio VIII portò avanti l’idea teocratica in maniera estrema con la bolla papale Unam Sanctam del 1302, in cui affermava che la salvezza era possibile solo attraverso la Chiesa cattolica e che il papa deteneva sia il potere spirituale che quello temporale. Dichiarò che tutti i re e le autorità secolari erano subordinati al papa.

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Papa Pio IX, durante il suo lungo pontificato, affermò l’idea di una teocrazia nella forma dello Stato Pontificio. Nonostante il declino del potere temporale della Chiesa durante il Risorgimento italiano, Pio IX difese la sovranità territoriale del papato fino alla presa di Roma nel 1870. La proclamazione del dogma dell’infallibilità papale nel Concilio Vaticano I del 1870 riaffermò l’autorità assoluta del papa su questioni di fede e morale, sottolineando l’idea di una guida spirituale che influenzava anche il mondo temporale.

Quali stati hanno la teocrazia?

Oggi, poche nazioni mantengono un sistema di teocrazia in cui il governo è strettamente legato alla religione e le autorità religiose esercitano il potere politico.

Abbiamo accennato allo stato di Israele come origine del termine teocrazia. Ebbene, l’ebraismo moderno in sé non è una teocrazia, ma ci sono stati momenti nella storia del popolo ebraico in cui il loro sistema di governo si avvicinava a un modello teocratico. Un esempio è l’antico Israele biblico, durante il periodo dei Giudici e dei primi re, quando la legge ebraica, data da Dio attraverso Mosè, governava la vita del popolo ebraico. In quel contesto, i giudici e i sacerdoti esercitavano un’autorità che derivava direttamente da Dio, e il governo era profondamente legato alla legge religiosa, la Torah.
Oggi, tuttavia, l’ebraismo è una religione e non una forma di governo. Anche nello Stato di Israele, dove l’ebraismo è la religione maggioritaria, il governo è di tipo democratico, non teocratico, anche se la legge ebraica, la Halakhah, ha una certa influenza su alcuni aspetti della vita civile, specialmente in materia di matrimonio, divorzio e altre questioni familiari. Tuttavia il potere politico è esercitato attraverso un sistema democratico secolare, e non da leader religiosi.

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Tra gli stati contemporanei che si possono definire teocrazie ci sono:

La Repubblica islamica presidenziale teocratica dell’Iran è, come dice il suo stesso nome, uno degli esempi più evidenti di teocrazia moderna. Dal 1979, con la Rivoluzione Islamica, il paese è governato secondo i principi dell’Islam da un regime teocratico sciita. Il sistema politico iraniano si basa su una struttura duale, da un lato il presidente, il parlamento e l’Assemblea degli Esperti, scelti direttamente dal popolo, che detengono i poteri legislativo ed esecutivo; dall’altro organi non elettivi che esercitano un controllo su tutte le istituzioni e le decisioni politiche, perché siano conformi al Corano e ai principi dell’Islam, in linea con la Sharia. La massima autorità politica e religiosa è la Guida Suprema.

Dopo la riconquista del potere da parte dei Talebani nel 2021, anche l’Afghanistan si è trasformato in uno stato governato secondo un’interpretazione rigorosa della Sharia. Sebbene non sia un sistema istituzionalizzato come in Iran, il governo talebano applica leggi strettamente religiose.

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La Città del Vaticano è una teocrazia unica nel suo genere, dove il Papa, capo della Chiesa Cattolica, è anche il sovrano assoluto dello Stato. Il Vaticano è governato secondo principi religiosi cattolici, e il Papa ha autorità sia spirituale che politica.

L’Arabia Saudita può essere considerata una sorta di teocrazia islamica sunnita. Il re governa il paese in accordo con la legge islamica (Sharia), e il potere politico è strettamente legato alla religione. Anche se non è una teocrazia pura, il ruolo dell’Islam nella governance e nella legislazione è centrale, con il clero che ha una forte influenza.

Il Monte Athos è una repubblica monastica autonoma all’interno della Grecia, governata da una comunità di monaci ortodossi. Sebbene non sia uno stato indipendente, la gestione di questa regione è strettamente legata alla vita religiosa.

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Ci sono poi stati contemporanei che non sono teocrazie, ma che mostrano una forte connessione tra governo e religione.

Nel Regno Unito c’è una particolare connessione tra lo stato e la religione, poiché la Chiesa d’Inghilterra è la chiesa ufficiale dello stato e il monarca britannico è anche il capo della Chiesa d’Inghilterra, il che rappresenta un elemento religioso nella struttura politica. Tuttavia, questo non rende il Regno Unito una teocrazia, poiché le decisioni politiche sono prese da un governo laico eletto democraticamente, e non da leader religiosi o in nome di Dio. Quindi il Regno Unito non è una teocrazia, ma una monarchia costituzionale retta da una democrazia parlamentare, dove il potere politico è esercitato da un parlamento eletto e il monarca ha un ruolo cerimoniale e simbolico, con poteri limitati dalla costituzione non scritta.

Nemmeno la Norvegia è una teocrazia. Il potere politico è esercitato da un parlamento eletto democraticamente (il Storting), e il re ha un ruolo simbolico e cerimoniale. Tuttavia, fino al 2012, la Chiesa di Norvegia era la chiesa di stato ufficiale, e il monarca norvegese era formalmente il suo capo. Con una riforma costituzionale, la Norvegia ha separato ufficialmente la Chiesa dallo Stato, anche se la Chiesa Luterana rimane culturalmente influente nel paese.

L’Andorra non è una teocrazia, ma una diarchia parlamentare, con un sistema unico in cui due capi di stato, chiamati co-principi, condividono il potere in modo simbolico. Uno dei co-principi è il Vescovo di Urgell, una figura religiosa cattolica della Spagna, e l’altro è il Presidente della Repubblica Francese, una figura laica. Sebbene uno dei co-principi sia un vescovo, il ruolo dei co-principi è principalmente cerimoniale, mentre il potere politico reale è esercitato dal Consiglio Generale, il parlamento di Andorra. Il governo è laico, e le decisioni politiche sono prese dai rappresentanti eletti dal popolo.

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Perché l’Egitto è una teocrazia?

L’Egitto contemporaneo è una repubblica semi-presidenziale laica, ma storicamente era una teocrazia. Anticamente i faraoni erano visti come divinità viventi, incarnazioni degli dèi, in nome dei quali governavano. Il potere politico e religioso erano strettamente intrecciati, perché il faraone esercitava il controllo assoluto sul regno, giustificando il suo potere come mandato divino. La religione permeava ogni aspetto della vita egizia, dalle leggi alla cultura. Il faraone era responsabile di mantenere l’equilibrio cosmico, conosciuto come Maat, che rappresentava l’ordine, la giustizia e la verità stabiliti dagli dèi. I sacerdoti avevano un ruolo significativo nel sostenere il potere del faraone, e le principali decisioni politiche erano spesso legate a considerazioni religiose, come la costruzione di templi o monumenti per onorare gli dèi.