Quaresima, tempo di penitenza e di fioretti. Oggi parliamo dei fioretti di San Francesco, raccolta di episodi della vita del Poverello di Assisi e ricostruzione fiabesca della sua predicazione.
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Abbiamo parlato dell’importanza dei fioretti nel periodo quaresimale, di come essi possano rivelarsi uno strumento prezioso per prepararsi alla Pasqua con atteggiamento di penitenza, profonda riflessione interiore e dialogo con Dio. E pochi santi hanno saputo esprimere la vicinanza all’Onnipotente, il costante dialogo con Lui, come San Francesco d’Assisi, che fece dell’amore per Dio, espresso nell’amore per tutta la Creazione, la propria missione di vita. Oltre al Cantico delle creature, che dell’amore e della fede di San Francesco è l’emblema e il manifesto, i fioretti di San Francesco costituiscono un testo emblematico, nel loro essere intrisi di un afflato religioso puro e vibrante, espressione di tutti quelli che dell’insegnamento francescano erano i punti cardine: la povertà, l’amore, la perfetta letizia.
Fioretti Quaresimali: 5 idee su delle piccole rinunce
Quaresima, tempo di penitenza, preghiera e devozione. Quali sono i fioretti quaresimali più indicati per prepararsi nel modo migliore…
In nome di questi ideali San Francesco, che insieme a santa Caterina da Siena, è patrono d’Italia, rinnegò tutto ciò che gli apparteneva, tutto ciò che era, per abbracciare una vita all’insegna dell’assoluta povertà, della vicinanza agli ultimi, in una Imitatio Christi esasperata e commovente, nella sua totalità e semplicità.
Questa scelta di vita emerge nei fioretti di San Francesco in tutti i suoi aspetti, rimandandoci una figura del santo e dei suoi compagni che, sebbene indubbiamente idealizzata nella volontà agiografica di fornire un personaggio esemplare, tuttavia riesce ancora oggi a darci misura di quella che è stata la grandezza di questo santo così lontano eppure così vicino a ciascuno di noi. In vista della Santa Pasqua, forse queste vicende narrate con uno stile quasi fiabesco potranno esserci di ispirazione per i nostri fioretti quaresimali.
Cosa sono i fioretti di san Francesco
Ma cosa sono i fioretti di San Francesco? Le origini dell’originale trecentesco sono avvolte nel mistero. Per molto tempo si è creduto si trattasse della traduzione dal latino di un precedente testo intitolato “Floretum”, una storia di Francesco e dei suoi primi compagni, attribuita a Frate Ugolino da Montegiorgio, autore dell’opera latina medioevale “Actus Sancti Francisci et sociorum eius”, di cui i fioretti potrebbero essere stati l’introduzione. Un’altra tradizione attribuisce la paternità del testo a Giovanni de’ Marignolli, frate minore francescano che fu vescovo e missionario in Cina.
Sebbene l’autore resti incerto, non cambia il significato dell’opera, ovvero una raccolta di storie e leggende sulla vita di san Francesco d’Assisi e dei suoi discepoli, nella quale emergono le sue predicazioni e l’esempio di vita e fede.
Composti nel ‘300, sono giunti fino a noi attraverso una serie di codici manoscritti, fino alla prima stampa nel 1476. L’opera conta cinquantatré capitoli e può essere divisa idealmente in due parti: la prima dedicata a San Francesco, alla sua vita, alla sua predicazione e alla nascita dell’ordine francescano; la seconda che racconta le avventure dei primi frati francescani marchigiani, che vissero nei monasteri di Mogliano, Massa Fermana, Loro, Soffiano e Forano. Lo stesso frate Ugolino da Montegiorgio, presunto autore dell’opera, all’inizio del 1300 soggiornò nel Convento di Santa Colomba di Mogliano, e forse fu proprio in quel periodo che scrisse i fioretti, poi tradotti in lingua volgare.
La cosa che risulta interessante per noi è che attraverso i Fioretti di San Francesco possiamo conoscere tutta l’evoluzione storica e soprattutto spirituale dell’ordine francescano nel suo primo secolo di esistenza e diffusione. Già il 1° capitolo ci rivela il contenuto dell’intera opera:
Al nome del nostro Signor Gesù Cristo crocifisso e della sua Madre Vergine Maria. In questo libro si contengono certi fioretti, miracoli ed esempi divoti del glorioso poverello di Cristo messer santo Francesco e d’alquanti suoi santi compagni. A laude di Gesù Cristo. Amen.
Nello stesso capitolo sono citati i dodici compagni di Francesco, alcuni dei quali incontreremo nel testo. Il riferimento ai dodici Apostoli è subito chiaro: “E come que’santi Apostoli furono a tutto il mondo maravigliosi di santità e d’umiltà, e pieni dello Spirito Santo; così que’santi compagni di santo Francesco furono uomini di tanta santità, che dal tempo degli Apostoli in qua il mondo non ebbe così maravigliosi e santi uomini.”
Dunque i Fioretti ci raccontano con straordinaria vivacità e vividezza anche le vicende dei compagni di Francesco, come frate Bernardo di Quintavalle, che di Francesco fu il primo seguace; frate Leone, che fu vicino a Francesco soprattutto negli ultimi anni e a cui il Santo dedicò una benedizione personale (Benedictio fratris Leonis) e una lode a Dio (Laudes Dei altissimi), documenti preziosissimi giunti fino a noi; frate Masseo, uno degli amici più cari di Francesco, di bell’aspetto e dotato di un proverbiale buon senso, che emerge nei fioretti a lui dedicati insieme all’umiltà, all’obbedienza e all’amore verso Dio; santa Chiara, sorella di Francesco nella povertà, a lui legata da un amore dolcissimo, santo e puro.
Un libro corale, dunque, dove non c’è un unico protagonista, com’è giusto aspettarsi da una figura umile e profondamente inserita nella propria comunità di amici e fratelli come San Francesco d’Assisi.
Il cantico delle creature di San Francesco
Il Cantico delle creature, o Cantico di Frate Sole, venne composto da Francesco intorno al 1224, solo due anni prima della sua morte…
I fioretti di san Francesco in pdf
Al nome del nostro Signor Gesù Cristo crocifisso e della sua Madre Vergine Maria. In questo libro si contengono certi fioretti, miracoli ed esempi divoti del glorioso poverello di Cristo messer santo Francesco e d’alquanti suoi santi compagni. A laude di Gesù Cristo. Amen.
Di frate Bernardo da Quintavalle primo compagno di santo Francesco.
Come per mala cogitazione che santo Francesco ebbe contro a frate Bernardo, comandò al detto frate Bernardo che tre volte gli andasse co’piedi in sulla gola e in sulla bocca.
Come l’agnolo di Dio propuose una quistione a frat’Elia guardiano d’uno luogo di Val di Spoleto; e perché frat’Elia li rispuose superbiosamente, si partì e andonne in cammino di santo Jacopo, dove trovò frate Bernardo e dissegli questa storia.
Come il santo frate Bernardo d’Ascesi fu da santo Francesco mandato a Bologna, e là pres’egli luogo.
Come santo Francesco benedisse il santo frate Bernardo e lasciollo suo Vicario, quando egli venne a passare di questa vita.
Come santo Francesco fece una Quaresima in un’isola del lago di Perugia, dove digiunò quaranta dì e quaranta notti e non mangiò più che un mezzo pane.
Come andando per cammino santo Francesco e frate Leone, gli spuose quelle cose che sono perfetta letizia.
Come santo Francesco insegnava rispondere a frate Lione, e non poté mai dire se non contrario di quello Francesco volea.
Come frate Masseo, quasi proverbiando, disse a santo Francesco che a lui tutto il mondo andava dirieto; ed egli rispuose che ciò era a confusione del mondo e grazia di Dio; perch’io sono il più vile del mondo.
Come santo Francesco fece aggirare intorno intorno più volte frate Masseo, e poi n’andò a Siena.
Come santo Francesco puose frate Masseo allo ufficio della porta, della limosina e della cucina; poi a priego degli altri frati ne lo levò.
Come santo Francesco e frate Masseo il pane ch’aveano accattato puosono in su una pietra allato a una fonte, e santo Francesco lodò molto la povertà. Poi pregò Iddio e santo Pietro e santo Paulo che gli mettesse in amore la santa povertà, e come gli apparve santo Pietro e santo Paulo.
Come istando santo Francesco con suoi frati a parlare di Dio, Iddio apparve in mezzo di loro.
Come santa Chiara mangiò con santo Francesco e co’suoi compagni frati in santa Maria degli Agnoli.
Come santo Francesco, ricevuto il consiglio di santa Chiara e del santo frate Silvestro, che dovesse predicando convertire molta gente, e’fece il terzo Ordine e predicò agli uccelli e fece stare quete le rondini.
Come uno fanciullo fraticino, orando santo Francesco di notte, vide Cristo e la Vergine Maria e molti altri santi parlare con lui.
Del maraviglioso Capitolo che tenne santo Francesco a santa Maria degli Agnoli, dove furono oltre a cinquemila frati.
Come dalla vigna del prete da Rieti, in casa di cui orò santo Francesco, per la molta gente che venìa a lui, furono tratte e colte l’uve, e poi miracolosamente fece più vino che mai, sì come santo Francesco gli avea promesso.
E come Iddio rivelò a santo Francesco ch’egli arebbe paradiso alla sua partita.
D’una molto bella visione che vide uno frate giovane, il quale avea in tanta abbominazione la cappa, ch’era disposto di lasciare l’abito e uscire dell’Ordine.
Del santissimo miracolo che fece santo Francesco, quando convertì il ferocissimo lupo d’Agobbio.
Come santo Francesco dimesticò le tortole salvatiche.
Come santo Francesco liberò un frate ch’era in peccato col demonio.
Come santo Francesco convertì alla fede il Soldano di Babilonia e la meretrice che lo richiese di peccato.
Come santo Francesco miracolosamente sanò il lebbroso dell’anima e del corpo, e quel che l’anima gli disse andando in cielo.
Come santo Francesco convertì tre ladroni micidiali, e fecionsi frati;
e della nobilissima visione che vide l’uno di loro, il quale fu santissimo frate.
Come santo Francesco convertì a Bologna due scolari, e fecionsi frati; e poi all’uno di loro levò una grande tentazione da dosso.
D’uno rapimento che venne a frate Bernardo, ond’egli stette dalla mattina insino a nona ch’egli non si sentì.
Come il demonio in forma di Crocifisso apparve più volte a frate Ruffino, dicendogli che perdea il bene che facea, però ch’egli non era degli eletti di vita eterna. Di che santo Francesco per rivelazione di Dio il seppe, e fece riconoscere a frate Ruffino il suo errore ch’egli avea creduto.
Della bella predica che feceno in Ascesi santo Francesco e frate Ruffino, quando eglino predicarono ignudi.
Come santo Francesco conosceva li segreti delle coscienze di tutti i suoi frati ordinatamente.
Come frate Masseo impetrò da Cristo la virtù della santa umilità.
Come santa Chiara, per comandamento del Papa, benedisse il pane il quale era in tavola; di che in ogni pane apparve il segno della santa croce.
Come santo Lodovico re di Francia personalmente, in forma di pellegrino, andò a Perugia a visitare il santo frate Egidio.
Come essendo inferma santa Chiara, fu miracolosamente portata la notte della pasqua di Natale alla chiesa di santo Francesco, ed ivi udì l’ufficio.
Come santo Francesco dispuose a frate Lione una bella visione ch’avea veduta.
Come Gesù Cristo benedetto, a priego di santo Francesco, fece convertire uno ricco e gentile cavaliere e farsi frate, il quale avea fatto grande onore e profferta a santo Francesco.
CAPITOLO XXXVIII: FF 1872-1873
Come santo Francesco conobbe in spirito che frate Elia era dannato e dovea morire fuori dell’Ordine; il perché a’ prieghi di frate Elia fece orazione a Cristo per lui e fu esaudito.
Della maravigliosa predica la quale fece santo Antonio da Padova frate minore in consistorio.
Del miracolo che Iddio fece quando santo Antonio, essendo a Rimino, predicò a’pesci del mare.
Come il venerabile frate Simone liberò di una grande tentazione un frate, il quale per questa cagione voleva uscire fuori dell’Ordine.
Di belli miracoli, che fece Iddio per li santi frati, frate Bentivoglia, frate Pietro da Monticello e frate Currado da Offida e come frate Bentivoglia portò un lebbroso quindici miglia in pochissimo tempo, e all’altro parlò santo Michele, e all’altro venne la Vergine Maria e puosegli il figliuolo in braccio.
Come frate Currado da Offida convertì un frate giovane, molestando egli gli altri frati.
E come il detto frate giovane morendo, egli apparve al detto frate Currado, pregandolo che orasse per lui.
E come lo liberò per la sua orazione delle pene grandissime del purgatorio.
Come a frate Currado apparve la madre di Cristo e santo Giovanni Vangelista e santo Francesco; e dissegli quale di loro portò più dolore della passione di Cristo.
Della conversione e vita e miracoli e morte del santo frate Giovanni della Penna.
Come frate Pacifico, istando in orazione, vide l’anima di frate Umile suo fratello andare in cielo.
Di quello santo frate a cui la Madre di Cristo apparve, quando era infermo, ed arrecogli tre bossoli di lattovaro.
Come frate Iacopo dalla Massa vide in visione tutti i frati Minori del mondo, in visione di uno arbore, e conobbe la virtù e li meriti e li vizi di ciascuno.
Come Cristo apparve a frate Giovanni della Vernia.
Come dicendo messa il dì de’morti, frate Giovanni della Vernia vide molte anime liberate del purgatorio.
Del santo frate Iacopo da Fallerone; e come, poi che morì, apparve a frate Giovanni della Vernia.
Della visione di frate Giovanni della Vernia, dove egli conobbe tutto l’ordine della santa Trinità.
Come, dicendo messa, frate Giovanni della Vernia cadde come fosse morto.