San Martino protettore dei cornuti: leggenda o storia? - Holyblog

San Martino protettore dei cornuti: leggenda o storia?

San Martino protettore dei cornuti: leggenda o storia?

Molte tradizioni folkloriche definiscono San Martino protettore dei cornuti. Vediamo da cosa nasce questa curiosa leggenda

La leggenda di San Martino è un racconto popolare che ha radici antiche e che celebra la generosità e la carità del Santo omonimo. Questa leggenda è diffusa in molte regioni d’Europa, ma è particolarmente celebrata in Italia, dove la festa di San Martino, che cade il 11 novembre, è un momento di grande tradizione e festeggiamenti. Ma forse non sapete che San Martino, che fu soldato romano e in seguito vescovo di Tours, è considerato anche il santo patrono dei cornuti in molte regioni d’Italia, soprattutto al Centro e al Sud. L’associazione tra la sua figura e quella dei cornuti risale alla tradizione popolare ed è ha diverse possibili spiegazioni.

Anticamente la festa di San Martino celebrava la fine della vendemmia e l’arrivo dell’inverno. In molte regioni italiane viene ancora festeggiata, e le antiche tradizioni contadine si mescolano alla devozione popolare legata al Santo. Si preparano pietanze tipiche come il castagnaccio, o i biscotti di San Martino, e si beve il vino novello fresco di vendemmia. In alcune parti d’Europa è diffusa l’usanza di accendere le Lanterne di San Martino, simboli di luce e speranza, in questo periodo dell’anno in cui l’inverno comincia a farsi sentire e le giornate si accorciano.

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Ma perché una leggenda e una festa che ricordano l’importanza della generosità e della carità nei confronti dei più bisognosi sono state associate anche all’infedeltà coniugale? Perché si definisce San Martino protettore dei cornuti?

La leggenda di San Martino

La leggenda di San Martino racconta la storia di un giovane soldato romano di nome Martino, che un giorno, mentre era in servizio nell’esercito, si trovò di fronte a un mendicante che soffriva molto per il freddo. Non avendo nulla da offrirgli, Martino decise di condividere con lui il proprio mantello, tagliandolo a metà con la spada. Questo gesto di generosità si trasformò in un atto di carità straordinaria, e la notte successiva, in un sogno, Martino vide Gesù Cristo stesso indossare il mantello che aveva donato al mendicante.

Questo episodio segnò profondamente Martino, che successivamente decise di lasciare l’esercito e intraprendere una vita di devozione e carità. Divenne un seguace di Cristo e alla fine fu eletto vescovo di Tours, in Francia, diventando noto come San Martino di Tours. La sua vita è stata segnata da atti di compassione, carità e dedizione al prossimo.

la leggenda di san martino

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Perché 11 novembre è la festa dei cornuti?

Va sottolineato prima di tutto che questa associazione che rende San Martino protettore dei cornuti non ha nulla a che vedere con la storia del Santo, universalmente riconosciuto per i suoi atti di carità e generosità, come descritto nella leggenda precedente. Nessun aspetto della sua vita, nessun evento o azione possono essere in alcun modo associati alla figura del “cornuto”. Si tratta piuttosto di una tradizione folklorica, che affonda le sue radici in usanze e tradizioni contadine antiche e portate avanti per secoli.

La parola cornuto deriva dal francese antico. Nel XIII secolo, è attestata la parola “cornart,” che significa sia “tradito” che “imbecille”. Nel Medioevo, i mariti traditi venivano spesso considerati oggetto di scherzi crudeli e scherni. In alcune zone del Lazio anticamente c’era la crudele tradizione di appendere corna, nastri e fiori alle porte delle presunte persone tradite.

All’inizio di novembre i contratti agricoli annuali venivano rinnovati, segnando un momento cruciale per l’agricoltura. Questo dava il via a una serie di fiere e mercati in cui i contadini portavano i frutti del loro duro lavoro e il bestiame da vendere o da avviare alla transumanza di fine estate. Il bestiame, costituito per buona parte di animali dotati di corna, avrebbe portato alla nascita di una Festa dei cornuti, con data appunto l’11 novembre. Intorno all’11 novembre, inoltre, il primo freddo spesso si attenua, concedendo spazio a temperature più miti e a caldi raggi di sole. Questo periodo è noto come l’Estate di San Martino, e ha sempre favorito le occasioni di incontro e festa in campagna.

Ma le fiere agricole erano anche un’occasione straordinaria per festeggiare, socializzare e condividere la ricchezza dei raccolti e dei prodotti della campagna. Le sagre e le feste popolari erano caratterizzate dal consumo del vino novello, che rendeva tutti un po’ più ebbri e favoriva una maggior promiscuità. Inoltre, molto spesso le mogli venivano lasciate a casa, e in questo periodo i venditori ambulanti viaggiavano di fattoria in fattoria, offrendo le proprie merci e, eventualmente, la propria compagnia alle signore lasciate sole. Non a caso, San Martino è considerato anche il patrono dei soldati e dei viaggiatori, che trascorrevano lunghi periodi lontani da casa, e alcune mogli potevano stancarsi di aspettare il loro ritorno.

Per questa ragione, in alcune zone i biscotti di San Martino sono biscotti di pastafrolla a forma di corna.

La festa di San Martino è molto sentita nel Centro Italia. Nel pittoresco paese di San Valentino, in Abruzzo Citeriore, essa viene celebrata in un modo curioso e unico, che pone l’attenzione proprio sulla figura di San Martino protettore dei cornuti. La notte del 10 novembre, infatti, il giorno prima della festa ufficiale di San Martino, ha luogo la celebrazione dei cornuti, che coinvolge tutti gli uomini del paese, giovani e vecchi. Tutti si riuniscono per dare vita a una gioiosa processione per le vie del paese, intonando stornelli goliardici, canti e festose battute sulle ‘corna’. Al culmine della processione un fallo, coperto da un telo, viene consegnato cerimoniosamente all’ultimo uomo che si è sposato nell’anno, dichiarando il suo ingresso nella comunità dei “cornuti”. Questa tradizione, unica nel suo genere, rappresenta un’occasione di divertimento e allegria per la comunità.

Anche a Santarcangelo, cittadina nell’entroterra romagnolo, la festa di San Martino è un’occasione per celebrare la vendemmia, il buon cibo e… i cornuti! Qui, in Piazza Ganganelli, ha luogo la celebre festa dei becchi, noti anche come caproni, che secondo la tradizione simboleggiano gli uomini traditi dalle mogli. Sotto l’arco principale del paese vengono fatti sfilare i caproni, con le corna ornate di grossi campanacci tintinnanti, e ogni visitatore può fare altrettanto, per scoprire l’infedeltà del proprio partner. Intanto la piazza si anima di bancarelle e stand con le più golose specialità gastronomiche d’Italia, prima fra tutti la piadina romagnola. Corna di bue decorate con intrecci di lana vengono esposte per una settimana e rimosse dopo la gara podistica chiamata “cheursa di bec”, la corsa del becco.

Ancora, in novembre i Celti festeggiavano il loro Capodanno, con celebrazioni pagane a carattere orgiastico che duravano per diversi giorni, lasciando via libera e anzi incoraggiando il tradimento coniugale.

Infine c’è il gesto delle corna, con indice e mignolo alzati, che ricorda il numero 11, e la festa di San Martino cade proprio l’11/11. Anche questo potrebbe aver contribuito alla diffusione della leggenda di San Martino protettore dei cornuti.