Le palline di Natale delle ceramiche di Faenza: eleganza e arte per il tuo albero

Le palline di Natale delle ceramiche di Faenza: eleganza e arte per il tuo albero

Ceramiche di Faenza. Quando l’arte della ceramica incontra il Natale. Palline natalizie che sono capolavori

Ogni anno si ripete la magia. Dopo undici mesi, le nostre mani tornano ad aprire quella scatola custodita in cantina, o soffitta, o in un armadio della casa che nessuno apre mai. Perché custodire e conservare gli addobbi di Natale è un rito importante quasi quanto allestire l’Albero. Ecco, tra gli strati crepitanti di carta velina finalmente appare: una pallina di Natale! Ma non è una semplice pallina, non è un comune addobbo. La mano quasi trema nel maneggiarla, il timore di trovarla danneggiata fa battere il cuore un po’ più forte. Perché questa pallina racchiude in sé un’arte antica, secoli di tradizione. Quello di cui stiamo parlando è un addobbo appartenente alla categoria delle ceramiche di Faenza, molto più di un semplice ornamento natalizio.

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La tradizione della ceramica di Faenza: arte e bellezza attraverso i secoli

Non è facile comprendere il valore di una pallina natalizia realizzata in ceramica di Faenza. Dobbiamo chiudere gli occhi e intraprendere un viaggio indietro nel tempo, nella Faenza rinascimentale, già famosa in tutto il mondo conosciuto per le sue splendide ceramiche. La storia di Faenza come capitale delle ceramiche affonda le sue radici nel Medioevo, e ancora prima. Le terre argillose lungo il corso del fiume Lamone hanno sempre offerto, a chi si avventurava sulle rive per raccoglierle e modellarle, la materia per realizzare ceramiche belle e adatte al fuoco. Già nel I secolo a.C. c’erano botteghe che si dedicavano a questa produzione. Ma nel Rinascimento Faenza, da semplice crocevia di artigiani, si impose come maestra e ambasciatrice di grazia, colore e perfezione. Gli oggetti in ceramica creati nelle sue botteghe iniziarono a diffondersi e a comparire sempre più spesso nelle dimore dei nobili e sulle tavole dei re. Non è un caso se in numerose lingue europee il termine per definire ‘ceramica’ coincide col nome della città emiliana: “faïence” in francese, “fayence” in tedesco, “fajansa” in polacco.

ceramisti faentini del Cinquecento erano considerati quasi dei maghi della materia, alchimisti nelle cui botteghe la semplice argilla si trasformava in oggetti di una raffinatezza tale da essere richiesti dalle corti più prestigiose d’Europa. I loro segreti venivano tramandati gelosamente di padre in figlio, come formule magiche di grimori occulti. In particolare la tecnica dello smalto bianco opaco, chiamato bianco di Faenza, permetteva loro di creare superfici perfette su cui dipingere decorazioni di incredibile complessità e bellezza. Il Bianco di Faenza è più di una tecnica di lavorazione della ceramica. Rappresenta l’essenza stessa della maiolica faentina, un’ideale di purezza, quasi un tentativo di catturare e fissare la luce nella terra. Si tratta di un bianco morbido e luminoso, ottenuto grazie a uno smalto denso e coprente, a base di ossido di stagno. Un bianco vivo, che esaltava i colori e accoglieva docile il tocco del pennello. Ancora oggi, le ceramiche faentine vivono e respirano nelle mani di artigiani che hanno scelto di portare avanti questo patrimonio immateriale dell’umanità.

L’arte che diventa tradizione natalizia: la ceramica incontra il Natale

E torniamo alla nostra scatola, uno scrigno del tesoro pieno di carta velina e palline che si svelano ai nostri occhi come autentiche opere d’arte. Addobbare un Albero di Natale con ceramiche di Faenza non è una scelta così insolita. Il Natale è la festa della tradizione, il momento in cui ci riconnettiamo con le nostre radici e con ciò che ha valore duraturo. Cosa c’è di più tradizionale e duraturo della ceramica faentina, che attraversa i secoli mantenendo intatta la sua capacità di emozionare?

Certo, in un’epoca votata al consumo rapido, scegliere gli addobbi natalizi in ceramica piuttosto che quelli in plastica rappresenta una scelta coraggiosa: quella di preferire la qualità alla quantità, l’unicità alla standardizzazione, la bellezza autentica all’effimero.
Ma c’è di più.
Le ceramiche di Natale di Faenza non sono semplici decorazioni stagionali. In esse ritroviamo la testimonianza di un’arte che richiede tempo, dedizione e una profonda conoscenza dei materiali e delle tecniche. Quando addobbiamo il nostro Albero anche con una sola pallina in maiolica di Faenza stiamo portando nella nostra casa un pezzo di quell’arte, che catturava la luce nella terra, che trasformava la materia in bellezza, in oggetti destinati alle mense dei Re e dei Papi.

Le nostre proposte di addobbi natalizi in ceramica: i tesori della bottega Dellarte

Sono tanti i ceramisti faentini contemporanei, che nei loro laboratori portano avanti la tradizione, senza rinunciare ai vantaggi e alle nuove scoperte dell’innovazione tecnologica.  Per noi Dellarte brilla di una luce particolare. Non è solo un’azienda, un laboratorio d’arte, è una storia d’amore per la ceramica, una passione che ha guidato una vita e l’ha trasformata. Vent’anni fa, Paola Zaghi, forte di una profonda formazione in Storia dell’Arte e Progettazione pittorica maturata negli anni dell’insegnamento, ha sentito nascere dentro di sé un desiderio irresistibile: non solo studiare e insegnare l’arte, ma crearla con le proprie mani. Dopo aver dedicato anni a far innamorare i suoi studenti delle meraviglie dell’arte come docente, ha avvertito prepotente il richiamo della creazione diretta. Non bastava più parlare dei capolavori del passato: le sue mani volevano dare forma a oggetti che esprimessero la sua personalità, la sua visione del bello.
Così è nata Dellarte, un nome che non è solo un marchio, ma una dichiarazione d’intenti: dell’arte, fatta con arte, per l’arte.

Non è stato un caso se Paola ha scelto la ceramica, anzi, “la ceramica tradizionale, quella italiana”, come la definisce lei. Un’affermazione che lascia trapelare orgoglio e consapevolezza, la consapevolezza che lavorare la ceramica secondo la tradizione significa accettare una sfida quotidiana con la materia, con il tempo, con la perfezione che sempre sfugge. Quello che rende Dellarte speciale non è solo la maestria tecnica, ma la filosofia che permea ogni creazione. Si parte dalla terra, “il materiale più povero“, citando sempre Paola, ma mani esperte la trasformano “da materia inerte a forma delicata e spesso fantasiosa”.

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Pallina albero Natale Natività Dellarte Ceramiche dipinta a mano 10 cm.
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Palla Dellarte Ceramiche Natale sfondo blu con stelle oro 10 cm dipinta a mano.
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Pallina natalizia agrifoglio rami di pino oro 8 cm dipinta a mano Dellarte Ceramiche.
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Pallina albero Natale Dellarte Ceramiche schiaccianoci dipinto a mano 10 cm.
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E poi c’è il colore. Oh, il colore! Nelle creazioni Dellarte i colori sono praticamente infiniti, ma sempre riconducibili a due fonti d’ispirazione: la natura e le opere d’arte. Pensate alla ricchezza di questa palette: il verde dei boschi appenninici, l’azzurro del cielo romagnolo, gli ori e i carmini dei capolavori rinascimentali che Paola ha studiato per anni. Ogni pallina è un piccolo dipinto tridimensionale, dove le tonalità si inseguono e si rispondono in un dialogo armonioso.

Ma la vera magia avviene nel fuoco. Il forno è l’ultimo atto di questa metamorfosi, l’elemento che lega forma e colore in un’unione indissolubile. Mentre la temperatura sale la tensione e l’attesa diventano quasi tangibili. Gli occhi seguono il cammino dell’opera verso le fiamme, indovinando il momento in cui la materia opaca e grigia si trasformerà in un tripudio di colori, riflessi, decori incantevoli. È quasi un atto di fede, perché una volta chiusa la porta del forno, non si può più intervenire. Si può solo aspettare, sperare, credere.

Oggi Dellarte è cresciuta. Marco e Anna, i figli di Paola, hanno scelto di entrare nell’azienda. Non perché “si doveva”, ma perché hanno visto qualcosa che valeva la pena proteggere e far crescere. Non è stata una decisione scontata, quanti figli d’arte scelgono strade diverse? Eppure loro hanno sentito che quella bellezza creata dalla madre meritava di continuare. E così hanno portato le loro energie, le loro idee, la loro voglia di guardare oltre i confini dell’Emilia-Romagna per portare Dellarte nel mondo.

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Decorazione Dellarte Ceramiche albero Natale Madonna Gesù Bambino 8 cm dipinta a mano.
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Pallina Natale Dellarte Ceramiche agrifoglio e fiore rosso 8 cm cipolla.
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Pallina albero Natale borgo innevato sfondo bianco 8 cm dipinta a mano Dellarte Ceramiche.
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Palla goccia albero Natale ceramica rossa onde avorio oro dipinta 8 cm Dellarte Ceramiche.
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Il miracolo nascosto: il processo di creazione delle palline in ceramica

Vi siete mai chiesti cosa ci vuole per creare una di quelle palline che brillano sull’Albero? Il processo è lungo. Molto più lungo di quanto si possa immaginare. Si comincia con la barbottina, argilla liquida, densa come una crema. Viene versata negli stampi di gesso, e qui succede una specie di magia: il gesso è poroso, assorbe l’acqua, e piano piano l’argilla si deposita sulle pareti, millimetro dopo millimetro. Non si può avere fretta. Lo spessore deve venire giusto: troppo sottile e la pallina sarà fragile, troppo spesso e perderà quella leggerezza che la rende speciale.
Quando finalmente è pronta, la pallina viene tolta dallo stampo, bellissima nella sua fragilità: morbida, umida, delicata come un neonato. Ora deve asciugare. E anche qui, niente fretta: se l’acqua evapora troppo in fretta, la ceramica si crepa. Bisogna aspettare che la terra faccia il suo tempo.

 

Poi viene il fuoco. La prima volta a mille gradi. Mille, pensateci! È una temperatura che trasforma completamente la materia. L’argilla smette di essere argilla e diventa ceramica. Le molecole cambiano struttura, l’acqua che era legata chimicamente alla terra se ne va per sempre. Quello che esce dal forno è duro, resistente, color beige chiaro. Pronto per la parte più bella: i colori.

La decorazione è fatta a mano, per ogni singola pallina. Con pennelli sottili, il ceramista dipinge sulla superficie curva. Non è facile, provate a disegnare su una sfera perfetta e capirete. Gli smalti sono speciali: niente piombo, niente sostanze tossiche, solo colori puri che una volta cotti diventeranno brillanti e profondi. E non si possono fare errori. Una pennellata sbagliata non si cancella.

Dopo la decorazione, la pallina fa un bagno nella cristallina. Sembra acqua, ma è qualcosa di magico: una volta cotta diventerà vetro trasparente che protegge i colori e li fa brillare. I ceramisti la chiamano anche “vetrina”, e il nome dice tutto. È come una finestra trasparente che lascia vedere la bellezza sotto.

Seconda cottura: 920 gradi. Qui i colori si fondono con la cristallina, diventano una cosa sola. Il risultato è quella superficie liscia e lucente, profonda, che quando la tocchi sembra quasi impossibile che sia stata fatta a mano.

E per le palline più speciali? C’è ancora un passaggio. L’oro. Oro vero, oro zecchino al 10% di purezza. Viene applicato con delicatezza estrema, seguendo le linee del decoro. E l’oro ha bisogno di una terza cottura, ma più delicata: 720 gradi. Abbastanza per farlo fondere e aderire, non troppo per non bruciarlo.

Tre cotture. Ore e ore di lavoro. Giorni, se si conta l’asciugatura. E alla fine, quella piccola sfera perfetta che pesa pochissimo e vale tantissimo.

Resta il confezionamento, che sembra banale, ma non lo è. La ceramica è un paradosso: dura quanto la pietra se la tratti bene, fragile come il ghiaccio se la lasci cadere. Ogni pallina va protetta, avvolta, sistemata nella scatola come si farebbe con un gioiello. Perché è questo che è: un gioiello che può durare secoli.confezione palline dellarte