Come si svolge un funerale cattolico

Come si svolge un funerale cattolico

La morte per un cattolico rappresenta un incontro con Gesù nella vita eterna. Ecco come si svolge un funerale cattolico

Sebbene la morte rimanga per chiunque un evento drammatico, è indubbio che nella religione cristiana essa sia concepita anche come un momento di profonda e solenne connessione con la propria dimensione spirituale. Infatti nella morte il cristiano si distacca dalla vita terrena per andare incontro a quella eterna, in Cielo, con Gesù, Maria Vergine e tutti i santi. Questo viaggio inizia con il rituale del funerale cattolico, con le parole del sacerdote che raccomanda l’anima del defunto a Dio, e ancora prima, con l’assoluzione di tutti i peccati e l’Estrema Unzione.  Anche il Viatico, l’ultima Eucarestia, è una sorta di alimento spirituale che prepara il cristiano ad affrontare il transito verso l’altra vita, un nutrimento per il viaggio che è già una promessa di vita eterna.

unzione degli infermi

Leggi anche:

Unzione degli Infermi: che cos’è e come si svolge
L’unzione degli infermi è una pratica che deriva da Gesù stesso. Ecco come si è evoluta nel tempo…

Dunque la morte per i cristiani è solo un passaggio, una fase temporanea, spesso accompagnata da malattia, decadimento, sofferenza, ma comunque destinata a finire per lasciare il posto a una condizione di gioia e beatitudine ultraterrene.

Ogni funerale cattolico, ogni messa esequiale, rinnova il mistero pasquale di Cristo, la Sua vittoria sul peccato e sulla morte. La liturgia cristiana del funerale è un modo per accompagnare il defunto nel suo ultimo viaggio, aiutandolo attraverso le preghiere, che purificano la sua anima per permettergli di venire accolto in cielo. La preghiera per i morti è una richiesta accorata di grazia da parte di parenti e amici, per aiutare il caro defunto a ottenere perdono e assoluzione, eventualmente per abbreviare la durata dell’espiazione dell’anima in Purgatorio, mentre il corpo attende la seconda venuta di Gesù e la Resurrezione della carne.

Il funerale cattolico è solitamente preceduto da veglia funebre, durante la quale parenti e amici del defunto si riuniscono per porgergli l’ultimo saluto prima che venga seppellito. Il corpo viene esposto nella camera ardente, che può essere la stanza in cui è morto o una camera adibita a questo ruolo presso il cimitero o l’ospedale.

Anche la recita del Rosario nel pomeriggio o la sera successiva alla morte è una tradizione funeraria molto diffusa in Italia. Ci si ritrova in chiesa e si prega insieme, guidati da un sacerdote, ma anche da un laico. Il Rosario in suffragio di un defunto prevede la recita dei misteri gloriosi legati alla risurrezione di Gesù, alla sua ascensione al Cielo, all’assunzione di Maria Vergine al Cielo, e così via.

Dopo il Rosario e la veglia funebre ha luogo la cerimonia funebre vera e propria, presieduta da un sacerdote. La bara viene condotta in chiesa, aspersa con l’acqua benedetta e con incenso. Nella maggior parte dei casi nel nostro paese si celebra un ulteriore passaggio che chiude il funerale cattolico. Si tratta del pio officio della sepoltura, che ha luogo prima della sepoltura o della cremazione al cimitero o presso il crematorium, dove i partecipanti al rito si sono recati partendo dalla chiesa a piedi o in macchina, a seconda della distanza, seguendo il carro funebre.

Letture per funerale

Durante il funerale cattolico, oltre alle letture fatte dal sacerdote, è frequente che anche parenti e amici vogliano ricordare il defunto con ricordi e letture. Solitamente, se non si vuole leggere qualcosa scritto di proprio pugno, si scelgono brani delle Sacre Scritture, in particolare dell’Antico Testamento. Uno dei testi scelti più di frequente è il Libro di Giobbe: “…Dopo che questa mia pelle sarà strappata via, senza la mia carne, vedrò Dio. Io lo vedrò, io stesso, i miei occhi lo contempleranno e non un altro” (Gb 19,26). Un’alternativa è il Vangelo secondo Giovanni: “…Gesù le disse: Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà” (Gv 11,25). O ancora il Salmo 22:

Il Signore è il mio pastore: 
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.

Rinfranca l’anima mia,
mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.

Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni. (Salmo 22,1-6)